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Torino e rinnovo di Belotti: il significato della clausola rescissoria

TURIN, ITALY - NOVEMBER 26:  Andrea Belotti of FC Torino in action during the Serie A match between FC Torino and AC ChievoVerona at Stadio Olimpico di Torino on November 26, 2016 in Turin, Italy.  (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Calciomercato / Cairo e Petrachi trovano il modo di rendere una concessione alla volontà del giocatore in un mezzo per tutelare al meglio i propri interessi

Gianluca Sartori

"Il rinnovo di Andrea Belotti con il Torino è diventato ufficiale con l'annuncio dato dal presidente Urbano Cairo in persona, ieri durante una premiazione al PalaAlpitour di Torino: validità del contratto allungata di un anno, quindi fino al 30 giugno 2021, e clausola rescissoria di 100 milioni di Euro valida per i club esteri. Proprio su quest'ultima determinazione contrattuale, la clausola rescissoria, è necessario focalizzare l'attenzione, al fine di provare a capire bene il senso dell'operazione e le intenzioni che ci stanno dietro.

"E' innanzitutto necessario premettere che la clausola, impropriamente detta rescissoria - rimanda infatti alla rescissione del contratto, istituto che scioglie il legame in caso di anomalia nel rapporto tra le due parti, mentre qui di anomalia non si parla - nasce come concessione fatta alla volontà del giocatore. Introdotta per la prima volta nell'ordinamento sportivo spagnolo negli anni Ottanta al fine di tutelare la libertà contrattuale dell'atleta, essa si configura come eccezione al principio cardine per quanto riguarda il contratto dei calciatori professionisti, ossia quello secondo cui i contratti si sciolgono per scadenza naturale o per mutuo consenso. Unilateralmente, il calciatore professionista può rompere il legame con la società di appartenenza, versando nella banca di riferimento del club la cifra pattuita in sede di negoziazione (dove chiaramente, nella maggior parte dei casi, è la società di destinazione del giocatore a pagare), che serve come indennizzo al club stesso per la perdita delle prestazioni sportive.

"Quando una clausola rescissoria viene "attivata", in soldoni, non vi è necessità di scendere a trattative: effettuato il bonifico, il giocatore si svincola ed è libero di firmare con un'altra società. Altrimenti, il giocatore non è vendibile se non con il consenso della società di appartenenza, che forte di un vincolo quinquennale non ha problemi a tenersi stretto il giocatore. Questo in linea generale. Nel caso di Belotti e del Torino, abbiamo un attaccante di prospettive importanti per non dire importantissime, che a 23 anni lotta per vincere la classifica cannonieri in Italia ed è titolare nella Nazionale, e una società che, pur se in crescita, non è tra i top club europei e, per un calciatore particolarmente talentuoso, può non essere vista come un punto di arrivo. 

"Ecco quindi comparire la clausola rescissoria, che - nella normalità dei casi - all'interno trattativa tra società e sportivo professionista, si configura come concessione fatta alla volontà del giocatore. Le squadre, quando non mettono clausole, possono trattenere il giocatore, o spingere il prezzo verso l'alto per quanto riescono, scatenando magari un'asta. In questo caso, però, la scelta di Cairo e Petrachi assume i contorni di un'astuta mossa tattica. Clausola sì, ma a 100 milioni di Euro, una cifra sproporzionata rispetto all'attuale valore del giocatore. Non facile e non immediato, per così dire, trovare un club disposto a pagare a breve termine questo importo. E validità della clausola ristretta solo alle società non affiliate alla Federazione Italiana: il che taglia fuori quello che è l'unico club italiano che oggi ha la capacità economica per pensare di pagare quella cifra monstre, cioè la Juventus.

"Insomma, questi i termini della trattativa, in pieno spirito do ut des tra due parti legate da rispetto e fiducia reciproci: il Torino concede a Belotti l'adeguamento dell'ingaggio e la presenza di una clausola rescissoria (in sè e per sè istituto favorevole al giocatore), e Belotti concede al Torino una stagione di permanenza in più e la fissazione della clausola stessa a una cifra astronomica. Insomma, se il calciatore si affermerà come uno dei migliori centravanti del mondo e arriverà dall'estero a bussare alla porta uno dei top club europei, il Torino lo vedrà partire, incassando una cifra che può cambiare la storia della società. Altrimenti il matrimonio durerà ancora a lungo, per la reciproca soddisfazione di tutti. Di un calciatore che ha la possibilità di diventare un giocatore simbolo in una realtà di buon livello che gli ha dato fiducia per prima, di una piazza che - non a torto, visti gli interessamenti estivi di alcuni club di Oltremanica - iniziava a temere di perdere un giocatore così determinante, e di una società che ha trovato il modo di rendere una concessione alla volontà del giocatore in un mezzo per tutelare al meglio i propri interessi.