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Essere del Toro
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Domenica alle 20,20 se ne è andato Ambrogio, era un grande tifoso del Toro, aveva 88 anni ed era mio padre.
Noi siamo di Nova Milanese, un paese dell’hinterland brianzolo che fino a domenica contava un paio di tifosi del Toro, da lunedì uno di meno.
Per Lui è stato facile tifare Toro, è cresciuto con il mito del Grande Torino e ha vissuto l’epopea d’oro e la tragedia di Superga, per me un po’ meno, unico scudetto 75/76 ma anche serie B e fallimenti…
Mi ricordo ancora la prima partita che siamo andati a vedere insieme, il derby dell’anno dello scudetto vinto 2 a 1 sul campo e poi a tavolino. Partiti da casa con il pullman dello “Juventus club Nova Milanese” e costretti, causa l’inesperienza di mio papà, a vedere la partita nella curva juventina in mezzo agli ultras senza poter festeggiare i nostri goals ma gli unici 2 felici nel viaggio di ritorno a casa. L’anno seguente stesso copione, pullman “Juventus club Nova Milanese”, vittoria del Toro e ritorno felice. Dall’anno seguente non ci vollero più sul pullman!
Per anni il Toro è stato l’unico grande motivo di colloquio con mio padre, da piccolo perché affascinato dai suoi racconti sul Grande Torino, crescendo perché nella classica contestazione padri-figli restava un legame indissolubile la discussione sul nostro Toro.
Quando ha compiuto 80 anni ho voluto regalargli una giornata granata e quel giorno, se per caso avevo ancora dubbi, ho capito cosa voleva dire essere del Toro. Quando una persona di Torino, custode del museo, ti dice di passare da casa sua a prenderlo per aprire il museo solo per il compleanno di tuo padre, questa persona non può essere che del Toro. Quando un grande campione come Paolino Pulici dedica due ore del suo tempo per parlare con me e mio padre e gli regala un pallone autografato per il suo compleanno, questa persona non può che aver giocato nel Toro.
Io ringrazierò per sempre mio padre per avermi trasmesso questa fede. Mi ha aiutato a capire che nella vita i risultati si ottengono attraverso il sacrificio e la sofferenza e che nessuno ti regala niente, tantomeno a uno del Toro…
Adesso mi piace immaginarlo lassù a guardare i suoi eroi, vedere Ferrini che recupera un pallone, lancia sulla destra per Meroni, slalom e cross al centro dove arriva Valentino che insacca!
E Ambrogio che esulta dalla sua nuvola granata…
Giorgio Marelli
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