A soli due giorni dalla commemorazione del tragico 4 maggio, il Toro offre una prestazione che lascia l'amaro in bocca ai tifosi granata, non andando oltre un pareggio contro il Venezia, terz'ultimo in classifica. Una partita dai due volti, con un primo tempo a dir poco indecente e una ripresa con maggiore grinta, ma insufficiente a conquistare i tre punti. Il primo parziale è stato un vero e proprio calvario per chi ama i colori granata. Un Toro spento, senza idee né mordente, incapace di costruire azioni offensive degne di nota e di rendersi pericoloso dalle parti del portiere avversario. L'assenza di un tiro in porta nei primi 45 minuti è lo specchio di una squadra che sembrava smarrita in campo, priva di quella determinazione e di quella fame che dovrebbero contraddistinguere chi indossa la gloriosa maglia granata. Una squadra in vacanza, come non vuole sentirsi dire mister Vanoli. Ma tant'è. Nella ripresa, si è vista una timida reazione. Il Toro è tornato in campo con un piglio diverso, mostrando maggiore volontà e creando qualche occasione. Tuttavia, la sterilità offensiva e la mancanza di concretezza sotto porta hanno impedito di concretizzare la superiorità territoriale mostrata a tratti. Il gol del pareggio, pur arrivato con Vlasic su rigore, non è bastato a scuotere una squadra che sembra aver smarrito la via della vittoria e, forse, anche qualcosa di più profondo.
La scossa granata
Un Toro opaco non va oltre il pari con il Venezia: macchia indelebile sul 4 Maggio
Le prestazioni offerte contro il Venezia e quelle precedenti sollevano interrogativi inquietanti, peraltro in prossimità di una data così significativa per la storia del club. La sensazione è che la maglia granata sia stata non solo "calpestata" metaforicamente da una prestazione incolore, ma che anche i valori che hanno reso grande "quel" Toro – la grinta, il cuore, la tenacia – siano stati completamente dimenticati sul terreno di gioco.In un momento in cui la tifoseria ha ricordato con commozione gli Invincibili a Superga, l'atteggiamento mostrato in campo stride dolorosamente con l'eredità di quella squadra leggendaria. Urge una riflessione profonda da parte di tutti, dalla squadra alla dirigenza, per ritrovare lo spirito combattivo e l'orgoglio di vestire una maglia così ricca di storia e significato. Il 4 maggio è ormai passato, e i tifosi hanno manifestato in 20.000 per le strade di Torino contestando il Presidente Cairo. Anche Como e Udinese ci hanno superato in classifica. E oggi si è infiammato il calciomercato in uscita, con l'ipotesi Milinkovic-Savic al Manchester United (o al Napoli), che si aggiungerebbe alla certa cessione di capitan Ricci. Quello che ci auguriamo noi, è che il ricordo di un passato glorioso possa essere da sprone per un futuro più degno del nome del nostro amato Toro.
Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.
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