Il Torino vince contro il Monza, ottiene il secondo successo consecutivo e si spinge a quota 34 punti in classifica, potendo guardare con ottimismo alla parte finale del campionato. Di questo parliamo con Serino Rampanti, nel consueto appuntamento del martedì mattina con “Parola al Mister”.


Parola al mister
Rampanti: “Casadei, come Buongiorno, per me rappresenta la poesia del Toro”
Serino, che partita è stata Monza-Torino? “La partita è stata preparata bene. Non bisogna dimenticare che, in certe gare, il pericolo sta proprio nel non approcciarle nel modo giusto. Sono tanti gli esempi di occasioni in cui squadre più blasonate inciampano contro quelle in fondo alla classifica. Questo pericolo poteva esserci per il Torino, ma invece i granata hanno affrontato la gara col piglio giusto, macinando gioco. Ormai la squadra ha una sua identità precisa. Gli uomini a disposizione sono schierati nelle posizioni giuste e questo poi porta ai risultati. Ora l’appetito vien mangiando, si può essere fiduciosi per il prosieguo del campionato”.
Cos’è cambiato dopo l’arrivo dei nuovi? “Si è stati bravi ad errori commessi nel mercato estivo. Ormai è chiaro a tutti che, nel momento della repentina partenza di Bellanova, Vagnati è stato messo in difficoltà e ha provveduto a rimediare con quello che ha trovato. Questo per quanto riguarda la fascia destra del campo. Fortunatamente, Lazaro spostato trenta metri in avanti non ha manifestato defaillances come negli anni precedenti. Fino a un certo punto del campionato, la squadra in questa zona del campo ha latitato molto, sia in fase difensiva, sia nell’appoggio al centrocampo, sia negli inserimenti. Un anno fa il gioco beneficiava della bravura di Bellanova in tutte queste fasi. Vanoli ha cercato di barcamenarsi con quello che gli ha passato il convento: Lazaro un po’ più avanti, e più indietro uno tra Pedersen e Walukiewicz. Per il futuro io credo che Vanoli cercherà altre soluzioni. Sperimentando, come ha fatto a Monza nella parte finale della ripresa, giocatori come Karamoh, che però quando è entrato non mi è piaciuto. Ma c’è da considerare lo stato d’animo del ragazzo; ora è arrivato Elmas e, sbagliando, può pensare di aver perso un treno. Ma questi pensieri sono comprensibilissimi”.
E per la parte sinistra del campo? “L’arrivo di Biraghi dà tutt’altra sicurezza, è arrivato un giocatore di caratura superiore rispetto a Sosa, è un altro tassello che ha migliorato la squadra. Naturalmente non possiamo esimerci dal parlare degli altri due nuovi arrivi, Elmas e Casadei, che stanno dimostrando di essere davvero molto utili. Sono d’accordo con quello che è stato già detto da tanti, quindi non c’è molto da aggiungere, è sotto gli occhi di tutti che abbiano contribuito a cambiare la situazione. Con onestà intellettuale bisogna dire che la società ha lavorato bene, accaparrandosi questi due giocatori, uno di proprietà e l’altro in prestito con diritto di riscatto. Problema che si valuterà nel momento opportuno”.
Come vedi il futuro di questo campionato? “Come già detto, la squadra può fare punti e risalire in classifica. Il futuro, secondo me, dipenderà dal rendimento di certi giocatori. Penso a Coco, che non potrà permettersi il minimo calo di concentrazione, perché tecnicamente è quello che è. Se non molla nemmeno per un momento, può sopperire ai suoi limiti. Poi dipende anche da come l’allenatore riuscirà a colmare il gap tecnico che ha la parte destra rispetto a quella sinistra. Vedremo se Karamoh che, secondo me, può essere ancora molto utile nell’attacco alla profondità sulle palle lunghe di Vanja prolungate da Casadei. Quest’ultimo, però, giostra più sulla sinistra, dove c’è Elmas. Dunque, sta all’allenatore cercare di combinare al meglio le caratteristiche dei giocatori. L’unico che ha davvero l’attacco alla profondità nelle sue corde è Karamoh. Bravo è stato l’allenatore anche a recuperare Sanabria, che è stato eccezionale contro il Milan. In generale, ha tenuto il gruppo in mano e non ha perso pezzi. Non era facile. Un’altra cosa mi ha impressionato molto positivamente”.
Cosa? “Ho visto Buongiorno che si ferma a Napoli, mentre procede in macchina si ferma, bloccato da una cinquantina di tifosi, e firma autografi a tutti. Casadei, a fine partita a Monza, ha regalato una maglia a una tifosa che gliela chiedeva con un cartellone. Queste cose mi fanno capire che la mentalità Toro è questa, rimanere umili e con i piedi per terra sempre. Questi due ragazzi esprimono bene, secondo me, quello che deve essere il Toro. Formando giocatori dal punto di vista tecnico ma anche umano si possono fare grandi cose”.
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