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Esclusiva

Ventura a TN: “Il Toro ha una programmazione: gli ultimi ko non la cancellano”

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In esclusiva su Toro News le parole dell’ex allenatore di Torino e Salernitana. Ma sulla Nazionale glissa

Andrea Calderoni

Gian Piero Ventura lega il proprio nome alla Salernitana e soprattutto al Torino. Ha allenato entrambe le compagini che si sfideranno sabato sera all’Arechi di Salerno. Sotto la Mole Ventura ha ottenuto risultati di peso (una promozione, una qualificazione in Europa League, gli ottavi di finale della seconda coppa europea per importanza). E proprio grazie al Torino si è guadagnato la Nazionale. Negli ultimi giorni il suo nome è tornato d'attualità visto che l'Italia, come successo sotto la sua gestione, non ha centrato la qualificazione al Mondiale. In esclusiva su Toro News l’ex commissario tecnico affronta vari temi legati al Torino.

Buongiorno mister, cosa si aspetta dal finale di stagione del Torino?

“Semplicemente il Torino deve ritrovare quelle cose fondamentali che hanno fatto parlare tutti del Torino nella prima parte della stagione. Contro il Sassuolo i granata meritavano la vittoria anche con più gol di scarto, poi c’è stata una flessione in alcuni casi dal punto di vista dei risultati, in altri casi dal punto di vista della prestazione. Sono un po’ di partite che il Torino non vince, ma credo che indipendentemente dal risultato finale sia stato un campionato importante per il Torino perché il club ha capito che Juric può essere un punto di riferimento di primo piano e nello stesso tempo l’allenatore ha compreso quello di cui necessita la squadra per compiere un ulteriore salto in avanti. Il Torino ha giovani molto interessanti e come tutti i giovani devono avere un po’ di tempo per comprendere quale sia la strada giusta per diventare centrali in una piazza come quella granata. Questi ultimi impegni saranno significativi per Juric per avere ulteriori chiarimenti”.

E sabato sera?

“A Salerno il Torino deve andare con l’ambizione di portare a casa i tre punti perché ci sono valori differenti. Ma Juric non andrà a caccia soltanto di questo. Vorrà vedere una prestazione in grado di dare continuità al lavoro svolto da luglio in avanti. Le ultime uscite hanno un po’ appannato il lavoro svolto, ma non l’hanno cancellato”.

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Si avvilisce troppo facilmente l’ambiente Torino?

“Nel mondo del calcio manca un po’ l’equilibrio e il discorso non riguarda solo il Torino. Quando c’è una vittoria, si enfatizza il successo, mentre quando si perde si enfatizza la depressione post-sconfitta. Difficilmente ci si interroga sulle prestazioni e su cosa bisogna fare per migliorarsi. Il tifoso vive di risultati, ma non bastano i risultati. Ad esempio, il Torino contro il Sassuolo ha giocato una grandissima partita e poi non l’ha vinta. Il rammarico nella squadra in quel caso ci sarà stato, ma ci saranno state anche tante sensazioni positive. Affrontare il Torino 2021/2022 non è affatto facile per nessuno. Questa è la conferma che ci sono tutti i presupposti per fare bene nel futuro. L’immediato, come detto, serve per migliorare rapporti, conoscenze e mentalità, al di là del risultato finale. Tutto ciò si può ottenere con il miglioramento delle prestazioni, che vanno oltre ai risultati in questo momento”.

Quando le cose non vanno bene sotto la Mole ci si scaglia contro la presidenza e i suoi errori.

“Già quando c’ero io il clima intorno alla figura di Cairo non era bellissimo. Al tempo era anche peggio di oggi. Penso che a volte la società ha sbagliato, ma quando la società ha fatto bene, bisogna riconoscerlo. In questa stagione il Torino si è ben comportato e lo dimostrano i vari Lukic, Singo, Buongiorno, Mandragora, senza scomodare Bremer e Belotti. Io sono per la programmazione e per la costruzione. Per andare in Europa ci sono due modi: spendendo, ma se non ci vai poi è un bagno di sangue, oppure guadagnando. In questo secondo caso significa coltivare i giovani che hai a disposizione e programmare a lungo termine”.

Un po’ quello che accadde ai suoi tempi al Torino.

“Sì, perché passammo dalla B all’Europa e poi rimanemmo ai margini dell’Europa. Facemmo centinaia di migliaia di euro di plusvalenza. Ciò non significa che Cairo introitò molti soldi, ma permise al Torino di avere un bilancio pulito e a posto per anni e anni. Credo che i presupposti di quest’annata siano buoni. Se si dà la materia prima giusta, si raccolgono risultati giusti. Se punti sui giovani, ci metterai un po’ più di tempo ma poi avrai ricavi importanti. L’acquisto di Samuele Ricci va in questa direzione”.

Ventura

Questione Belotti: che idea si è fatto? Come finirà la vicenda?

“Il finale lo conosce solo Belotti. L’ho portato a Torino e mi auguro che possa rimanere perché ha potenzialità enormi, basta pensare che tutti si lamentano che in Italia non ci sono attaccanti validi e quindi se ho Belotti tento di tenermelo stretto. In realtà, la decisione spetta a Belotti stesso. È chiaro che se va via bisogna intervenire per un sostituto, anche se Sanabria si è ampiamente guadagnato la pagnotta durante tutto l’anno”.

Un’ultima domanda doverosa sulla Nazionale: come ha vissuto le ultime giornate successive alla mancata qualificazione dell’Italia al Mondiale?

“Non voglio parlare dell’Italia perché rischierei di essere indelicato. Preferisco non parlarne. Sono dispiaciuto come tutti gli italiani, ma qui mi fermo”.

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