Fuori dal campo stima, affetto e amicizia, ma sul terreno di gioco solo avversari. "Le emozioni passeranno quando l'arbitro fischierà il calcio d'inizio, sarà una battaglia perché poi si diventa nemici", ha dichiarato Paolo Vanoli prima della sfida d'andata.Ora si prepara ad affrontare per la seconda volta in carriera il suo mentore, Antonio Conte, come avversario in campo. I due si sono conosciuti in nazionale, con il primo in Under e il secondo CT della selezione maggiore. Da quel momento l'ingresso di Vanoli nello staff di Conte, prima in nazionale, poi al Chelsea e all'Inter, fino a quando l'attuale tecnico dei granata ha deciso di intraprendere la propria carriera da allenatore in prima.


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—“Quando stai insieme per quattro anni a un allenatore vincente capisci la cura del dettaglio. Lui mi ha fatto poi capire l’importanza di lavoro, perfezione, resilienza, un aspetto importantissimo da far capire ai calciatori. Oltre all’aspetto tecnico-tattico, mi ha colpito come gestisce il lato mentale e come gestisce a 360 gradi una società. Ho fatto con lui il collaboratore rispettando il mio ruolo ma cercando sempre di avvicinarmi in ogni momento a quello che poteva pensare lui”, ha proseguito Vanoli nella già citata conferenza stampa in previsione della gara d'andata. Se è indubbio che il tecnico granata abbia imparato tanto dal proprio mentore, oggi allenatore del Napoli, è vero anche che i dogmi di quest'ultimo sono meno visibili rispetto alla partita dello scorso girone. Se prima di quella sfida si diceva che 3-5-2 e 4-2-4 sono stati i moduli più utilizzati da Vanoli nella sua carriera - proprio quelli prediletti da Conte - ad oggi si è costretti a rivedere questo dato. L'infortunio di Zapata, infatti, ha costretto il tecnico del Torino a variare il proprio modo di giocare, passando dalla difesa a tre a quella a quattro, dal terzetto di centrocampo ai due mediani, dagli esterni a tutta fascia a terzini e ali, dall'attacco a due all'unica punta. Dal 3-5-2 al 4-2-3-1 è cambiato tutto, Vanoli ha dovuto rinunciare a questi precetti "contiani" per adattarsi alle esigenze della squadra. C'è da dire che i risultati sono buoni: l'ex allenatore di Venezia e Spartak Mosca ha dimostrato di non essere vincolato ad uno schema di gioco, ma di sapersi adattare e plasmare. Lato più che positivo, che forse è sostenuto proprio dagli altri insegnamenti trasmessi da Conte di cui lo stesso Vanoli raccontava.
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—L'affetto è reciproco, la stima pure. "È un ragazzo serio, un gran lavoratore. Io ho avuto il piacere di conoscerlo quando ero CT perché lui allenava un Under e quando c'è stata l'opportunità l'ho portato con me. Ha lavorato nel mio staff, un ragazzo molto curioso, mi è dispiaciuto quando ha deciso di staccarsi e intraprendere una strada diversa, però al tempo stesso ero orgoglioso di aver potuto dargli qualcosa. E lui sicuramente mi ha dato qualcosa in quegli anni", raccontava Antonio Conte prima di Torino-Napoli a novembre. Se all'andata si affrontavano una squadra quasi imbattibile e una già in un periodo molto grigio, oggi il Torino ha ritrovato la serenità che non aveva all'epoca e un modo di giocare abbastanza chiaro e lineare, mentre il Napoli è in piena corsa scudetto e non può permettersi di perdere punti. Mancano solo cinque partite al termine del campionato, e gli azzurri sono a pari merito con l'Inter. Dall'altra parte il Torino non ha più niente da chiedere a questa Serie A, ma non ha certo intenzione di sedersi e sprecare queste ultime gare. Vanoli in primis ha già dimostrato di avere un carattere tale per cui ogni partita va giocata come se dall'esito ne dipendesse tutto. Le emozioni saranno ancora una volta messe da parte quando l'arbitro fischierà l'inizio di Napoli-Torino e Paolo Vanoli cercherà di mettere i bastoni tra le ruote al suo vecchio mentore, Antonio Conte.
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