Anche qui, tanto fumo e niente arrosto. Il Toro vuole lasciarsi alle spalle la stagione precedente: saluta e ringrazia Longo per aver raggiunto la salvezza e affida la panchina a un poco convinto Marco Giampaolo. Ancora una volta le sensazioni iniziali parlano di cambiamento, di un nuovo progetto, di un tentativo di ripartire. E, se possibile, il Torino parte ancora peggio. Il campionato comincia con tre sconfitte di fila, segno di una squadra che non riesce mai davvero a ingranare e di un 4-3-1-2 a rombo che si dimostra inefficace. L’Atalanta, ancora una volta, impone la sua superiorità vincendo 4-2 allo Stadio Grande Torino, controllando la gara senza essere mai realmente disturbata. La prima parte di stagione è un susseguirsi di difficoltà, con i granata stabilmente nelle zone più basse della classifica: l’esonero di Giampaolo è inevitabile. Con Davide Nicola arrivano anche Sanabria e Mandragora, e alcune risposte positive, ma anche due goleade che riportano alla mente gli incubi della stagione precedente. Il 12 maggio a Torino giunge il Milan di Pioli, e la partita sembra la replica esatta della disfatta contro l’Atalanta del 2019-2020: Theo Hernández firma una doppietta intervallata da un rigore segnato da Kessié, a cui si sommano il gol di Brahim Diaz e la tripletta Rebić. Un’altra serata da cancellare, un altro pesantissimo 0-7. E i granata non fanno nemmeno in tempo a riprendersi da quel ko: nella partita successiva perdono 4-1 in casa dello Spezia. Proprio come Longo, anche Nicola riuscirà a salvare il Torino venendo poi sostituito. Al suo posto andrà Ivan Juric, e di nuovo le premesse saranno quelle di un nuovo inizio.
tor toro approfondimenti Torino-Como 1-5 è solo la punta dell’iceberg: le analogie di tante goleade subite
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