tor toro approfondimenti Torino-Como 1-5 è solo la punta dell’iceberg: le analogie di tante goleade subite

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Torino-Como 1-5 è solo la punta dell’iceberg: le analogie di tante goleade subite

Andrea Croveri

Riguardando tutte queste partite, cambiano allenatori, moduli, uomini e ambizioni, ma lo scenario resta sorprendentemente simile.  Ed è curioso pensare che queste partite siano state tutte in annate in cui il Toro voleva ricostruire la propria identità. Le goleade iniziano quasi sempre allo stesso modo: con un gol incassato troppo presto, un colpo che arriva quando la gara deve ancora assestarsi e che basta a far crollare le certezze della squadra. Da lì il Torino fatica a restare in piedi: perde ordine, subisce l’inerzia degli avversari, smette di essere padrone di sé. A questo si aggiunge una fragilità mentale che attraversa stagioni e generazioni: il Toro lotta finché la partita resta aperta, ma al secondo gol si spegne. E poi c’è un altro elemento ricorrente: gli stessi errori che si ripresentano, anno dopo anno. Rigori concessi con leggerezza, marcature perse, occasioni sprecate. Cambiano gli attori, ma la sceneggiatura rimane grossomodo uguale. Alla fine, le risposte alle domande iniziali sono chiare: queste sconfitte sono accomunate da una tenuta mentale insufficiente, da una squadra che fatica a reagire quando viene colpita. Il Toro si spegne perché negli anni ha perso continuità nella propria identità e non ha ancora ritrovato quella solidità interiore che un tempo lo rendeva difficile da piegare.