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L’analisi dei gol di Inter-Torino 3-1: distrazioni inammissibili per la lotta salvezza

Andrea Calderoni

A rendere ancor più catastrofica la partita di Izzo ci pensa il terzo gol subito dal Torino. Si tratta di una classica ripartenza. Il difensore nato a Scampia si intestardisce e porta il pallone. Tre le possibili soluzioni per liberarsene prima: scarico a Nkoulou, passaggio in orizzontale per Meité o verticalizzazione verso De Silvestri. Il pressing di Sanchez rovina i piani di Izzo, che perde una sanguinosa sfera e in pochi secondi il fronte del gioco viene ribaltato.

Sanchez porta la sfera fino ai 35 metri con Izzo alle sue spalle, poi il cileno allarga per Martinez. Segue l'azione sulla sinistra Gagliardini, osservato a vista da Meité (De Silvestri era comprensibilmente in ritardo, essendo in proiezione offensiva, proprio come Ola Aina sulla sinistra). Proprio dalla parte del nigeriano corre D'Ambrosio che si sovrappone a Martinez per portargli via l'uomo.

Aina è alle spalle di D'Ambrosio, Bremer rincula e resta a tre metri da Martinez, che carica il destro. La conclusione non sembra irresistibile ma la deviazione batte Sirigu. Bremer si trova posizionato con il corpo e con le gambe in quella maniera perché comunque sa che Martinez può calciare oppure favorire la sovrapposizione di D'Ambrosio.

Nel dettaglio il momento nel quale Bremer comprende che Martinez andrà verso la porta e non allargherà verso l'ex D'Ambrosio. Il brasiliano prova a contrastare l'argentino ma l'impatto del pallone con il suo piede sinistro risulta fatale per Sirigu. Il pallone finisce alle spalle del portiere sardo, è 3 a 1 Inter, è notte fonda granata.

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