Toro News
I migliori video scelti dal nostro canale

gazzanet

Torino, quando i numeri non dicono tutto: Longo saluta a testa alta

Focus on / Contro il Bologna l'ultima partita di Moreno sulla panchina del Torino: ecco cosa dicono i numeri della sua stagione

Nicolò Muggianu

Moreno Longo non sarà più l'allenatore del Torino. L'ex tecnico del Frosinone, come da lui ammesso pubblicamente dopo la sfida di Bologna, lascia la panchina granata dopo 16 partite, 13 punti e una salvezza ottenuta con le unghie, con i denti e soprattutto con due giornate di anticipo. Sono pochi i rimpianti di Moreno, a cui va dato il merito di aver centrato un obiettivo tutt'altro che scontato e di aver riportato un po' di "granatismo" in un momento in cui c'era un'evidente necessità da parte di squadra e società di tornare a lottare.

LA STORIA - Quando il 4 febbraio accettò il contratto di quattro mesi (senza alcun tipo di clausola per il rinnovo) propostogli da Cairo e dall'allora ds Bava, Longo in cuor suo probabilmente già immaginava che il Torino avesse in mente progetti diversi dai suoi dopo il fallimento che stava maturando nella stagione 2019/2020. Come si dice però "al cuor non si comanda" e così Moreno, anche o soprattutto per amore del Toro, ha deciso di prendersi la responsabilità di portare a termine una stagione già costellata di errori, malumori e un rapporto con la tifoseria a dir poco complicato. E anche per questo a Longo il Torino deve dire "grazie".

I NUMERI - A bocce ferme ci sono però anche da analizzare i dati oggettivi della sua esperienza in granata. I numeri della sua stagione parlano di 13 punti in 16 partite (3V, 4P, 9S) con una media di 0,81 punti a partita. Numeri sufficienti a garantire la permanenza del Torino in Serie A, ma probabilmente non ritenuti all'altezza dalla società per concedergli una chance di conferma. Un trend peggiore rispetto a quello fatto registrare da Mazzarri (27 punti in 22 partite). Dati che vanno certo presi in considerazione, ma che non dicono tutto. Il contesto trovato da Longo, infatti, parlava di una squadra che aveva totalmente tirato i remi in barca: la dicono lunga i 15 gol in una settimana tra Atalanta, Milan in Coppa Italia e Lecce tra gennaio e febbraio. Un calo verticale che Longo ha saputo arginare in qualche modo, con pragmatismo e concretezza, con la mente rivolta all'obiettivo della salvezza anche durante le lunghe giornate di isolamento per il coronavirus. Ai posteri, dunque, rimane l'immagine di un Longo che ha saputo salvare il Torino nel campionato più anomalo di sempre: le strade si separano, ma la "fedina granata" di Longo rimane intonsa.