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Torino, Rodriguez preso per essere leader. E sulle punizioni…

Focus / L'elvetico in presentazione è apparso consapevole dei propri mezzi e del proprio ruolo nel club

Roberto Ugliono

Deciso e consapevole delle proprie capacità, ma soprattutto conscio di quale sia il suo ruolo. Le prime parole da giocatore del Torino di Ricardo Rodriguez lasciano queste impressioni. Il terzino dice di essere arrivato per dare il meglio di sé e appare carico. D'altronde lo allenerà un tecnico che l'ha voluto fortemente - come ha spiegato il responsabile dell'area tecnica Davide Vagnati - e con il quale si è trovato molto bene al Milan. "Conosce le mie qualità, mi ha voluto qui - ha raccontato durante la conferenza di presentazione - sono fiducioso perché so quello che vuole da me. Penso di aver già mostrato le mie qualità ma lo voglio fare anche qui".

CONSAPEVOLEZZE - Un passaggio che fa capire proprio quanto scritto. Consapevole delle proprie qualità, d'altronde durante la sua carriera parla chiaro. Allo stesso tempo umile, perché ciò che ha fatto in passato non conta nulla, deve dimostrarlo nella sua nuova sfida a tinte granata. Un modo di presentarsi e di parlare di sé che si ritrova anche quando parla delle punizioni: "Sì, le ho sempre calciate. Non abbiamo ancora deciso chi le calcia, dipende dal mister. Se me lo chiederà, lo farò con fiducia perché le punizioni le ho sempre tirate". Insomma, Rodriguez si candida e se la vedrà con l'altro esperto in rosa, Simone Verdi. Anche qui, però, il passato non conta. Se vorrà prendersi i piazzati, dovrà meritarselo e convincere Giampaolo.

LEADERSHIP - Ma la. sua umiltà si è vista anche in altri passaggi, ovvero quando si è parlato del suo ruolo nella squadra. Vagnati ha incoronato Rodriguez a leader del Torino, un compito che dovrà svolgere vista la sua grande esperienza e lui non si è tirato indietro. Il mancino elvetico ha parlato proprio delle sue esperienze e del bagaglio che si porta dietro: "Ho giocato in diverse squadre, ho vissuto diverse situazioni. Ho imparato che ogni volta che un giocatore necessita di un aiuto devo essere pronto a darglielo". E qui c'è la sua umiltà, quella di chi sa che avrà un ruolo chiave anche per la crescita dei compagni più inesperti.