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Toro, col Benevento l’importante è vincere

L’editoriale di Gino Strippoli / Granata decisi a riscattare la brutta prestazione di Reggio Emilia

Gino Strippoli

"La terza giornata di ritorno arriva per i granata con in dote 4 punti raccolti contro il Bologna e il Sassuolo: insomma dal punto di vista della matematica nulla si può eccepire, ma per quanto riguarda le prestazioni allora si passa dall’euforia della vittoria sui rossoblu al pessimismo per il pareggio contro il Sassuolo dove il Toro si è salvato grazie ad un palo e alle parate di Sirigu, poi null’altro con la squadra senza idee ne identità. Inoltre, se l’obiettivo rimane sempre quello della porta per l’Europa, anche il misero punto preso coi denti una settimana fa lascia davvero molti dubbi sulla capacità di questo organico di passare i confini d’Italia.

"Ecco perché la partita con il Benevento diventa importante per vedere quanta voglia di riscatto in corpo e nelle gambe hanno i ragazzi di Mazzarri. Il dictat è: l’importante è vincere, per rimanere almeno attaccati alle speranze flebili ma sempre accese di conquistare un sesto o settimo posto in classifica finale. Partita facile per i granata? Mai dubitare dell’ultima in classifica e lo dimostra la partita di andata, quando il Toro scese in campo a Benevento con la sicurezza del più forte ed invece faticò tantissimo nel far sua la partita e con molta fortuna. Quindi nulla di scontato, se non quella voglia di vittoria che i granata hanno maturato dopo essersi resi conto che non tutto è andato bene fino adesso. Troppi i difetti in cui incorrono i ragazzi granata in ogni partita, e sempre i soliti. Mazzarri si aspetta un Toro più vivo e gagliardo, bisognerà vedere quanta benzina ha la squadra visto che a Reggio Emilia dopo 45 minuti era sulle gambe e in debito di ossigeno. Il calo atletico è stato evidente.

"Ancora senza Gallo Belotti (convocato ma partente dalla panchina), il Toro che si vedrà oggi giocare nello Stadio Olimpico Grande Torino non può essere che la fotocopia degli undici scesi in campo nell’ultimo pareggio a meno che Mazzarri non decida di scombinare tutto è giocarsi dall’inizio il suo 3-5-2 con Ansaldi piazzato come esterno sinistro al posto di Molinaro, che potrebbe riposarsi e sedere in panchina, al suo fianco Obi, in mezzo ancora Rincon (sebbene il sottoscritto continui a scrivere che il venezuelano in quella posizione rende meno di ciò che potrebbe), a destra Baselli e De Silvestri. In attacco a questo punto si giocherebbero i due posti  Niang, Ljajic e Iago.

"Difficile da prevedere anche perché al di là delle sirene di mercato c’è da rilanciare Adem Ljajic, giocatore poco continuo ma anche l’unico in organico che ha classe vera e con la sua tecnica può rilanciare il Toro. Ecco perché in campo potremmo rivedere nuovamente un centrocampo a tre e in avanti un Ljajic giocare dietro le punte che dovrebbero essere Niang e Falque. Per il momento è il modulo più sicuro per i giocatori che si hanno, poi se arrivassero pedine come Donsah e Laxalt (difficile però che arrivino esterni in questa sessione) allora forse Mazzarri avrebbe qualche chance in più di lavorare per il modulo più congeniale.