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Cairo: perchè non contiamo nulla?

Il Toro nella Testa / Torna la rubrica di Marco Cassardo: "Questo buonismo di cui siamo diventati i massimi paladini sta diventando insostenibile"

Marco Cassardo

Siamo gli unici ad avere preso due pali e una traversa in una finale europea, siamo gli unici ad aver perso tre finali di Coppa Italia consecutive, siamo gli unici ad aver fatto 50 punti su 60 e a non aver vinto lo scudetto, siamo gli unici ad aver schierato dieci giocatori su undici in Nazionale, siamo gli unici ad aver vinto 9 scudetti Primavera.

Siamo unici in tantissime cose. Oggi mi preme sottolineare un’altra unicità: siamo l’unica squadra del mondo che non conta niente nonostante abbia per presidente uno dei più importanti editori del proprio paese (forse il più importante). Perché non contiamo nulla? Come è possibile?

Cairo è il proprietario del giornale più letto d’Italia (la Gazzetta dello Sport è letta quotidianamente da 3.200.000 lettori, dati Audipress), del giornale più venduto d’Italia (Il Corriere della Sera) e della terza rete televisiva nazionale (La7), eppure dal punto di vista calcistico la squadra di cui è proprietario sta diventando uno zimbello.

Le oscenità commesse ai nostri danni nel derby sono soltanto l’ultimo evento in ordine di tempo. Qui non si tratta soltanto di essere derubati ogni anno dai soliti noti a strisce, si tratta di essere calpestati settimanalmente da chiunque: siamo stati vittime di errori decisivi contro Roma, Udinese, Bologna, Fiorentina, Parma. Non solo, anche il Frosinone (non esattamente una corazzata dal punto di vista del peso politico) si è visto convalidare contro di noi un gol irregolare (idem il Verona lo scorso anno).

Non ho una risposta, ma solo domande: Cairo ha pestato i piedi a qualche intoccabile della Famiglia? A Cairo va bene così? Cairo ha nemici in Lega? Ci manca un direttore generale alla Marotta o alla Galliani? Non lo so, ma so che dal presidente mi aspetterei reazioni ben più intense che la solita intervista del lunedì mattina a Radio Anch’io.

E se invece di regalare sempre la prima pagina della Gazzetta a Ronaldo o Icardi la si utilizzasse ogni tanto per mettere alla berlina i vari Guida, Mazzoleni e compagnia bella? E se in prima pagina una volta tanto mettessimo i fotogrammi dei vari scandali perpetrati ai nostri danni con a fianco i faccioni dei Doveri e dei Valeri e la scritta “colpevoli”? Siamo sicuri che se iniziassimo a smetterla di porgere l’altra guancia e a rendere di dominio nazionale le vessazioni cui siamo sottoposti questi personaggi continuerebbero a usare il Toro come cavia e giocattolo personale per sfogare le proprie frustrazioni? Idem con La7. E trasmettere un bel servizio televisivo sui furti avvenuti ai danni del Toro?  Perché facciamo sempre i boy scout? Cosa siamo diventati? La zia buona e un po’ rincoglionita da cui andare a mangiare biscotti e cioccolata il sabato pomeriggio?

La Stampa difende da un secolo, a volte arrampicandosi sugli specchi in modo imbarazzante, la famiglia Agnelli e la Juve. Perché Cairo non prova a difendere il Torino in modo convinto e veemente visto che dispone della cassa di risonanza necessaria? Gli interessa o no?

Questo buonismo di cui siamo diventati i massimi paladini sta diventando insostenibile. E’ un atteggiamento pacioso alla Peppone e Don Camillo che parte dai vertici societari e si dirama sul campo. I nostri giocatori non protestano mai; accettano tutto supinamente. Molte volte noi tifosi ci accorgiamo dei furti a fine partita perché nei novantacinque minuti potrebbero anche spararci ma non c’è uno che protesta, mai visto un nugolo di granata che attornia l’arbitro chiedendo spiegazioni.

Ragazzi, ok stare attenti ai cartellini, ma evitiamo di diventare dei frati perché il calcio è un’altra cosa.

Ichazo viene irriso da Ronaldo? Niente, i nostri passeggiano dietro al portoghese di Venaria come lobotomizzati, si limitano a una ramanzina da padri di famiglia, qualcosa tipo “dai Ronny, non fare il cattivo, siamo bravi ragazzi” e poi tornano mesti a centrocampo e trascorrono gli ultimi venti minuti a gironzolare, storditi e incapaci di reagire.

E’ un peccato, perché la squadra sta crescendo e, finalmente, per 70 minuti, ha giocato un derby all’altezza. Il bicchiere è mezzo pieno perché Sirigu è un portiere meraviglioso e il trio difensivo Izzo-N’Koulou e DjiDji si sta rivelando la nostra forza. Il bicchiere è mezzo pieno perché Rincon, Meité e Baselli sono centrocampisti con i fiocchi e stanno azzeccando una grande stagione. Il bicchiere è mezzo pieno perché l’organizzazione difensiva è ottima e il Toro si sta rivelando squadra vera. Certo, la manovra offensiva latita, sulle fasce stentiamo, manca qualità, i due principali acquisti del mercato estivo sono stati un fallimento, tuttavia le ultime due prestazioni contro Milan e Juve hanno evidenziato più luci che ombre. A proposito di buonismo e acquisti del mercato estivo, nessuno sconto per Soriano: se uno che indossa la maglia granata torna a casa dopo un derby e mette il like prima a un giocatore che ha irriso e fatto impazzire di rabbia il popolo del Toro e poi a Dybala, va messo immediatamente fuori rosa e cacciato a gennaio. Nessuna pacca sulle spalle, nessun perdono. Di assoluzioni pretesche, sorrisi bonari e applausi commossi ne abbiamo piene le tasche.

Marco Cassardo, esperto in psicologia dello sport e mental coach professionista.

E’ l’autore di “Belli e dannati”, best seller della letteratura granata