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lasciarci le penne

Il Toro, sempre e comunque the best

Il Toro, sempre e comunque the best - immagine 1
Torna con un nuovo appuntamento "Lasciarci le penne", la rubrica a cura di Marco Bernardi

The Best

Tina Turner

dall'album Foreign Affair (1989), Capitol Records

Tina Turner nel 1989 decise di interpretare la cover di un brano lanciato l'anno prima, senza grande scalpore, da Bonnie Tyler: incise The Best e ne fece la sua canzone emblematica, il cavallo di battaglia che non si può imitare (anche se chiunque pensa di poterci provare).

Un inno formidabile, come We Are the Champions dei Queen, che dai tempi della finale di Amsterdam nessun tifoso granata riesce più ad ascoltare senza una punta di dolore, come quelle canzoni che sembrano fatte apposta per essere urlate da una curva festante perché ideali da cantare a squarciagola.

You’re simply the best, grida Tina con quella foga selvaggia, quella grinta irraggiungibile, e il ritmo impenna come al culmine di un crescendo che non può non sfociare in quell'affermazione categorica:

You’re simply the best. Better than all the rest. Better than anyone. Anyone I ever met

(Sei semplicemente il migliore. Meglio di tutto il resto. Meglio di chiunque. Chiunque abbia mai incontrato)

Brano d'amore sensuale, ma facile da adattare a qualunque passione. Il mondo del calcio ne ha attinto: provate a guardare l'ingresso in campo dei Rangers di Glasgow, mentre le note della canzone risuonano nello stadio e il pubblico si unisce alla voce della cantante, esplodendo in un coro esaltante.

In quel ritornello possiamo riconoscerci anche noi, tifosi granata, noi che nella nostra squadra non possiamo non vedere sempre e comunque il meglio.

Anche quando incespica, anche quando non ce la fa. Anche quando viene umiliata. Sempre e comunque il meglio, meglio di tutto il resto.

Perché il Toro è meglio di chiunque abbiamo mai incontrato.

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Anche se la sua bacheca dei trofei comincia a impolverarsi e non si arricchisce da tempi immemori, anche se di tanto in tanto si fa triturare dall'avversario di turno e talvolta sembra aver superato l'orlo del baratro, sul punto di essere inghiottito dall'abisso.

Ma è il Toro. E il Toro, come recita il titolo del libro di Eraldo Pecci sull'ultimo scudetto, non può perdere.

Può essere offeso e avvilito, ma non può perdere, perché la sconfitta è un'ombra oscura che macchia il DNA di una squadra, un'ombra fatta di paura, di compromesso e di resa, che nel codice genetico granata non è presente. Oltre il risultato del campo, oltre gli anni senza gloria rimane, incrollabile, la certezza che il Toro è semplicemente il migliore, meglio di tutto il resto, meglio di chiunque abbiamo mai incontrato.

E quell'urlo liberatorio ha la voce di Tina Turner, leonessa del rock. Furia che si abbatté come un uragano sul mondo della musica e niente, da allora, fu più come prima.

Riposa in pace, Tina.  Ogni volta che un'onda di entusiasmo ci travolgerà, tendendo l'orecchio potremo sentirti cantare la tua canzone.

Autore di gialli, con "Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri" ha vinto l'edizione 2020 di GialloFestival. Marco P.L. Bernardi condivide con il protagonista dei suoi romanzi l'antica passione per il Toro e l'amore per la letteratura e la canzone d'autore.

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