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Grande Torino, un libro al giorno: “Invincibili” di Bramardo-Strippoli

Recensioni / L'opera raccoglie aneddoti e curiosità inedite sul Grande Torino

Redazione Toro News

A 70 anni dalla sua scomparsa, il Grande Torino vive nella memoria di tutti gli appassionati di Toro e di calcio. E 70 anni dopo, è ancora fonte di ispirazione per scrittori, giornalisti, artisti, cantautori. Nella settimana che porta all'anniversario della caduta degli Invincibili, diamo spazio su queste colonne ad alcuni autori che hanno deciso di ricordare Valentino Mazzola e i suoi splendidi compagni, con libri editi nel periodo a ridosso del settantesimo anniversario della Tragedia di Superga.  

"Fin dai banchi di scuola, la scelta è stata netta: se accetti di soffrire, se hai una testa tua ed un cuore, scegli la via più difficile ma che dà le migliori soddisfazioni, le più grandi amicizie". Partono da questa apologia del tifo granata Gino Strippoli e Francesco Bramardo, nel presentare la loro ultima fatica letteraria. Dopo "Lo Scudetto Rubato", libro-inchiesta sul contestato finale del campionato 1971-1972, e "Gigi - Il calciatore, l'allenatore, l'uomo dagli occhi di ghiaccio", biografia dello storico allenatore granata Gigi Radice, i due giornalisti tornano nelle edicole e nelle librerie con "Invincibili - Il mito del Grande Torino" (edizioni Priuli & Verlucca).

Il libro racconta la leggenda del Grande Torino, raccontando le imprese e i personaggi, i record, i luoghi della storia della squadra. E lo fa con aneddoti e curiosità meno note ai più. Ad esempio si narra di una scommessa tra Bacigalupo, Martelli e Rigamonti, il "Trio Nizza", e lo juventino Boniperti per un derby del 1948. I granata scommisero su una loro vittoria con due gol di scarto, ma dovettero pagare ben 30mila allo storico attaccante bianconero, visto che la partita finì 1-1. Poi Strippoli e Bramardo raccontano con dovizia di particolari l'ultimo derby del Grande Torino, quello del 13 febbraio 1949, terminato 3-1 con reti di Gabetto e doppietta di Loik.

Sfogliando le pagine del libro, scritto con un registro asciutto e scorrevole, desta commozione l'articolo di Vittorio Pozzo, scritto per "Il Calcio Illustrato" del 19 maggio 1949, sulla storica partita di quattro giorni prima al Filadelfia quando si fronteggiarono Torino e Genoa. Era il primo match dopo la tragedia di Superga e in un Fila strapieno scese in campo la formazione giovanile dei "ragazzi". Il lettore poi si commuove per le parole di Ferruccio Novo in accoglienza al River Plate, arrivato a Torino per giocare un match benefico il 26 maggio contro il Torino Simbolo, e apprende che due anni dopo fu lo stesso Torino a ricambiare la cortesia, recandosi a Buenos Aires per giocare un'amichevole contro il River davanti a centomila spettatori. Queste ed altre curiosità sono contemplate nel libro di Strippoli e Bramardo, che completano la prefazione così:

"Il Grande Torino oggi è ancora lì, con capitan Valentino al centro del Filadelfia a scambiare il gagliardetto, Bacigalupo sulla linea di porta, Menti, Ossola e Gabetto si sfregano le mani, Loik sta parlando con Grezar e Castigliano, Ballarin e Maroso sono immobili e concentrati aspettando il fischio d'inizio. I granata hanno il sole in faccia. Mazzola dà il via alla gara con un tocco per Gabetto. L'incontro inizia... prosegue... continua... per l'eternità".