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Il Toro furioso: storia e significato dello stemma

Nel Segno del Toro / Primo appuntamento con la rubrica firmata da Stefano Budicin

Redazione Toro News

“Nel Segno del Toro” sbarca su Toro News. La nuova rubrica a cura di StefanoBudicin sarà un viaggio nei luoghi, nella storia, nella filosofia e nei simboli della Torino granata. Un‘avventura che si pone l’obiettivo di sviscerare i segreti della simbologia granata, tra realtà e leggenda. Buona lettura.

Quello della squadra del Torino è uno dei loghi più riconoscibili, belli e iconici che ci siano al mondo. Tanto da essersi aggiudicato la prima posizione a livello globale in una graduatoria stilata da Guerin Sportivo sui 100 migliori stemmi delle squadre di calcio. A salire sul podio fu in verità la versione del logo del periodo 1983-1990, amata per la sua forma quadrangolare e la dicitura Torino Calcio incisa sulla sommità dello stemma.

Lo stemma in uso ai tempi del Grande Torino era un ovale al cui interno si incrociavano le lettere "A", "C" e "T", iniziali dell'"Associazione Calcio Torino". Dagli anni '70 e tra il 1981 e il 1983 il logo rimase ovale, con lo stemma della città inciso nella parte sinistra, mentre a destra era presente la scritta "Torino Calcio".  Ma è nel periodo che intercorre tra 1983 e il 1990 che viene utilizzato uno degli stemmi più amati dai tifosi, tanto da essere stato eletto come stemma calcistico più bello di tutti i tempi dai lettori del Guerin Sportivo. Di forma quadrangolare, in alto recava la dicitura "Torino Calcio" e all'interno un toro rampante bianco stilizzato.

Dal 1990 al 2005 lo stemma tornò a essere ovale, recuperando parte del fascino che aveva durante i tempi d'oro del Grande Torino, fino a che dal 2006 non fu sostituito dall'immagine del toro rampante in primo piano all'interno di uno scudo. Sul lato sinistro dello stesso è incisa la data di fondazione del club, e sulla destra sono segnate le due lettere "FC" che denotano il FootBall Club Torino.

L'utilizzo del toro nasce in epoca medievale con la creazione e utilizzo di simboli particolari. Tali simboli venivano usati per definire meglio le comunità tramite immagini di figure o animali che si avvicinavano di più al loro nome. Non c'è da stupirsi se Torino venne quindi associata al simbolo di un toro. La prima volta che si utilizzò l'animale per abbinarlo all'immagine di Torino risale al 1360, all'interno del Codice della Catena, volume che raccoglie sanzioni, divieti e regole di vita sociale a uso dei torinesi. Fu chiamato così perché veniva legato al suo scanno, nel vestibolo del Palazzo del Comune, affinché nessuno potesse rubarlo.

Nel codice compare un toro rosso passante disegnato su una bandiera rossa a croce bianca, un tempo bandiera di Amedeo VI di Savoia, signore del Comune di Torino. Il toro è passante perché ritratto mentre cammina. A metà del '400 il toro assumerà la posizione che detiene ancora oggi, furioso e ritto sulle zampe posteriori. Il colore delle corna prenderà una tinta argentata, a rappresentare i fiumi simbolo di Torino: il Po e la Dora.

Nella mitologia greca il toro è l'animale in cui Zeus tramuta per rapire Europa, figlia del re fenicio Agenore. Europa era una bellissima fanciulla che trascorreva il tempo in spiaggia assieme alle sue amiche. La sua bellezza era così ammaliante che il re degli dèi, abituato a ogni genere di vizio, non si fece problemi a prenderla di mira per soddisfare i suoi scopi lascivi. Tramutatosi in toro, si mimetizzò in un gregge di giovenche che stava pascolando vicino alla spiaggia dove stava Europa. La giovane lo adocchiò e rimase stregata dal fascino che emanava dalla sua figura forte e solida e possente, così decise di saltargli in groppa. Il toro ne approfittò, dapprima trotterellò allegramente sulla riva, ma dopo qualche tempo cominciò a galoppare più velocemente e a entrare in acqua, nuotando verso il largo fino all'isola di Creta, dove si congiunse con la fanciulla. Dalla loro unione nacque Minosse, famoso re cretese che nella Divina Commedia di Dante è il giudice incaricato di comunicare alle anime il cerchio infernale cui sono destinate, a seconda dei peccati commessi.

In araldica il toro furioso è diretta rappresentazione di un animo indomito e fiero. Forza e aggressività sono qualità che un professionista sportivo non può mancare di incorporare nel suo gioco. Al tempo stesso il toro passante è simbolo di tenacia e perseveranza. Il Torino è una squadra che sintetizza alla perfezione questi due aspetti. Fiera e furiosa quando c'è bisogno di esserlo, sa anche adattarsi a strategie di gioco più ponderate e riflessive; rallenta e ritorna sui suoi passi, medita e persevera nello studio tanto dei  punti di forza quanto delle debolezze. Una lavoratrice modello, stacanovista e orgogliosa. Non esistono tragedie, scandali o disfatte che possano convincerla ad abbassare le corna e mostrarsi sconfitta. La resa non è parte del suo DNA. Non c'è da stupirsi se tanto la squadra quanto la città che ne ha dato i natali hanno scelto il toro quale illustre portavoce della loro grandiosa unicità.

Stefano Budicin

Laureato in Lingue Straniere, scrivo dall'età di undici anni. Adoro viaggiare e ricercare l'eccellenza nelle cose di tutti i giorni. Capricorno ascendente Toro, calmo e paziente e orientato all'ottimismo, scrivo nel segno di una curiosità che non conosce confini.