Raccontando di soprannomi attribuiti dai tifosi, Silvano Benedetti ricorda anche il suo modo di giocare e i suoi compagni: "A me chiamavano l’angelo biondo, perché avevo questa fortuna di staccare bene di testa. Perché coi piedi era un casino. Lui era bravo - interviene Zaccarelli - perché sapeva che con i piedi non poteva osare troppo, allora la prendeva all’avversario e subito la dava. Grande segno di intelligenza. Avevo Cravero, Fusi, Ciccio Romano, Martin Vazquez, Scifo, Sclosa…sapevo a chi dare la palla - prosegue Benedetti. Oggi sarebbe stato un po’ più un problema per come giocano adesso gestire la palla in area di rigore". Impossibile non nominare, a proposito di soprannomi, "Rosinaldo", che così commenta il diretto interessato: "Sì, dato qua per altro, per dribblomania, gioco… bello perché sto bene a Torino e mi ci ritrovo. Qui ho fatto 4 anni. È molto giocoso come nomignolo, faccio vedere qualche video ai miei figli. È bello che adesso con l’attività per il golf mi dicono “avremmo bisogno di buttare giù qualcosa con il tuo volto per TikTok, così magari ci risponde qualche golfista”. Invece sotto i video sono solo tifosi del Toro che dicono “Grande, ti veniamo a trovare”.". Così Alessandro Rosina coglie l'occasione e racconta quanto sia fondamentale per lui rimanere nei cuori delle persone: "Però è bello anche ritrovarsi sotto questo aspetto. Io sono arrivato il primo anno nel 2005, anno importante, ma poi abbiamo avuto anche mazzate dove siamo scesi, contestazione, etc. Però è importante lasciare un bel ricordo come persona, in primis. Al di là dei risultati la gente ti apprezza. Importante che ricordino che hai sempre dato tutto. Noi abbiamo vissuto la retrocessione, ma comunque la gente è legata a quell’anno lì e ti ricorda con affetto per quello che sei riuscito a fare al loro cuore". Un attaccamento sentito, quello dell'ex numero 10 granata, che sulla falsa riga di quanto raccontato precedentemente da Zaccarelli, ricorda: "Io non c’è una partita ma c’è una punizione che vorrei ricordare. Era il primo derby giocato qua, all’80’, partita inchiodata e ci fu quella punizione con traversa, linea, fuori e Buffon inchiodato. Sarebbe bastato un pelino sotto e sarebbe stato un derby vinto dopo tanto, passato alla storia". Con un pizzico di ironia e rammarico, coglie l'occasione anche Benedetti per raccontare un momento anche più celebre: "Quando dici un pelino sotto, se fosse stato un pelino sotto ad Amsterdam avremmo avuto la statua in Piazza San Carlo. Sarebbe stato il sogno di tutti vincere la coppa UEFA con il Torino. C’era la grande delusione lì ma non ti rendevi conto di cosa avevi perso. Se siamo rimasti nei ricordi delle persone perdendo una finale, figurati vincendola".
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