La vicinanza ad una data così importante come il 4 maggio porta le quattro leggende granata a raccontare di momenti che sono rimasti nei loro cuori legati a questa data così cardine per la fede granata. Così comincia Sclosa, a ricordare una manifestazione che ad oggi ancora porta nel cuore: "Io ricordo, ero ragazzino, che c’è stata la marcia su Superga che è stata qualcosa di incredibile. Nessuno si aspettava una cosa del genere. Io da bambino ero rimasto a bocca aperta. Poi non è stata una cosa organizzata - prosegue Zaccarelli - è scaturita così con tifosi anche di altre squadre. Era una marea. Poi facevi fatica a salire dalla gente che già scendeva. Io una manifestazione così imponente verso quello che Superga rappresenta per il Torino è stata una cosa incredibile. Per me quella è stata una cosa eccezionale". Un legame, quello con il 4 maggio, che Zaccarelli, sostiene, sente in ogni momento: "Per quanto mi riguarda il più delle volte vado su per i fatti miei. Sono su per il 4 maggio perché ho una carica nella fondazione e devo fare da rappresentanza, però quando voglio prendo e vado. Poi certo il 4 maggio è diventata qualcosa di incredibile. Il 4 maggio - prosegue Silvano Benedetti - ti rendi conto dell’attaccamento di questa gente alla maglia. Quello è il momento clue forse, sia da ragazzino che da prima squadra". A completare il discorso è Alessandro Rosina, che, su suggerimento di Sclosa, ricorda il momento principale della manifestazione, quello legato alla lettura dei 31 nomi dei caduti: "Lì c’è un’euforia pazzesca mentre si sale, però il momento lo capisci quando si va davanti alla lapide e si leggono i nomi, del silenzio che cade e del rispetto dei tifosi. È una data simbolo di quanto ti fa capire cosa voglia dire essere per noi fortunati ad aver fatto parte di questa società qua e comunque il rispetto che c’è da fuori per la maglia". Con un pizzico di ironia, ma in realtà con un grande insegnamento, prosegue l'ex numero 10 granata: "La difficoltà è riuscire a trasmettere questo tipo di emozione. Mio figlio a un certo punto mi dice di volersi iscrivere al Toro. Lo vado a riprendere a scuola e mi dice “Papà, ti racconterò qualcosa che non ti farà piacere”. “Da oggi tifo Juve - mi dice”. Gli ho risposto “No, il Milan e l’Inter sono anche possibilità, la Juve no”. Poi l’altro giorno in cui abbiamo preso risultati, poi il Toro non sta facendo male, per fortuna, io chiaramente insistevo “Bella la Juve, 3 pere a Firenze, 4 contro l’Atalanta…”. E lui “Papà, sono tifoso del Toro”. “Bravo, continuiamo su questa linea”. Poi questi ragazzi qua guardano chi ha vinto di recente... Poi ultimamente c'è più entusiasmo - conclude Benedetti - lo stadio è sempre pieno".
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