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Torino, dalla tattica al rapporto umano: così Longo ha rilanciato Belotti

TURIN, ITALY - JUNE 30:  Andrea Belotti of Torino FC celebrates after scored his goal from the penalty spot during the Serie A match between Torino FC and  SS Lazio at Stadio Olimpico di Torino on June 30, 2020 in Turin, Italy.  (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Approfondimento / I risultati del lavoro del tecnico sono sotto gli occhi di tutti: il Gallo segna appena ne ha la possibilità e lotta per novantacinque minuti ogni tre giorni

Gianluca Sartori

Di speciale ci sono solo le qualità di Andrea”, ha detto Moreno Longo di recente quando gli hanno chiesto se ci sono dei segreti speciali dietro al momento di forma di Belotti. In realtà c’è anche la mano del tecnico dietro allo strepitoso momento di forma del capitano granata, che nel post-Covid a suon di gol ha tirato fuori il Torino dalle secche della zona retrocessione. Belotti infatti aveva attraversato anche lui un momento negativo prima del lockdown: solo due gol tra gennaio e febbraio. Oggi invece stiamo assistendo a un ciclone che ha segnato per sette partite consecutive (meglio di Cristiano Ronaldo che si è fermato a sei), qualcosa che mai gli era riuscito prima in carriera, nè con Ventura, nè con Mihajlovic e nè con Mazzarri.

IL DIALOGO - Longo, che già aveva incrociato Belotti da allenatore della Primavera nel 2015-2016, sapeva che le speranze del Torino passavano anzitutto dalla vena del suo capitano. Il primo obiettivo del tecnico allora è stato quello di metterlo nelle condizioni di tirare fuori tutto il suo potenziale. Per farlo, Longo ha scelto la strada del dialogo. Non è partito da sue convinzioni ma da quelle del giocatore. Parlando con lui è emerso che il Gallo in questa fase preferisce non portare da solo il peso dell’attacco ma svariare a tutto campo partendo se possibile dalla sinistra per poter puntare la porta con il destro. Longo inizialmente pensava di affidargli il ruolo di centravanti-boa, accompagnandolo con due attaccanti esterni come Verdi e Berenguer (o Edera), ma in corso d’opera ha cambiato idea e gli ha affiancato invece Zaza come prima punta per aiutarlo nel lavoro sporco.

FIRENZE - I risultati sono sotto gli occhi di tutti; Belotti segna appena ne ha la possibilità e lotta come un ossesso per novantacinque minuti una volta ogni tre giorni. Il giocatore è in stato di grazia e ora l’obiettivo è terminare il campionato con questo ruolino di marcia. A partire da Firenze, dove Belotti sarà il giocatore più atteso: con un gol raggiungerebbe quota otto partite consecutive in gol, come Franco Ossola nel 1948.

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