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La scossa granata

Toro beffato. Ma che bel gioco

Toro beffato. Ma che bel gioco - immagine 1
Torna un nuovo appuntamento con "La scossa granata", la rubrica a cura di Michelangelo Suigo

Michelangelo Suigo

Toro beffato. Ma che bel gioco quello visto (anche) a San Siro. Raramente si sono visti i granata negli ultimi decenni giocare con questa autorevolezza nel tempio del calcio contro l’Inter. Eppure, siamo usciti a mani vuote e pieni di rammarico e rabbia. La fregatura è che questo è ormai il leitmotiv che ci insegue da un anno: con le “grandi” bel gioco e occasioni per vincerla, ma poi zero punti. Brucia, moltissimo, ma la strada è giusta. Perché la sensazione è che il Toro giochi un calcio anche migliore di quello dello scorso anno. Forse, in rapporto alla mole di gioco prodotta, è meno redditizio, ma sembra esserci mola più qualità, a dispetto del cinismo e della capacità di buttarla dentro. Rispetto alla passata stagione, abbiamo due punti in più ed abbiamo vinto tre partite (contro Monza, Cremonese e Lecce), perdendone due (contro Atalanta e Inter) e pareggiandone una, con la Lazio. “Samir Handanovic è stato molto bravo, noi siamo stati meno bravi. Appena cali il 5% rischi di prendere gol, proprio come l'abbiamo preso nel finale”, è stato il laconico ma puntuale commento del vice di Juric, Matteo Paro, alla fine del match di Milano. Il Toro, infatti, ha fatto sette tiri, contro i soli tre dell'Inter. Handanovic ha compiuto sette parate, rispetto alle due di Milinkovic-Savic. L’Inter ha segnato nell’unica vera occasione capitatagli, all’89’, grazie al pregevole tocco di Brozovic su grande assist di Barella. Fa riflettere come, ancora una volta, siano stati decisivi i minuti finali per i granata. Questione di concentrazione, soprattutto quando di fronte hai dei fenomeni di quella qualità ed esperienza. Questo brutto vizio di prendere goal quando bisognerebbe congelare il risultato si sta ripetendo anche in questo inizio di stagione. Nei primi sei match abbiamo subito già quattro goal (Monza 94', Cremonese 80', Atalanta 84' e Inter 89’) sicuramente evitabili.

Contro i nerazzurri sono da segnalare due ingenuità dei giovani e pur valorosi Zima e Ilkhan, sui quali non ci sentiamo però di addossare le colpe per la sconfitta. Zima ha sì ha perso palla in uscita e Ilkhan non è riuscito a coprire l'inserimento di Brozo. Poi il giovane e talentuoso centrocampista turco ha mostrato una grandissima qualità: l’umiltà. Ha postato sui social queste scuse che gli fanno decisamente onore “Sono molto dispiaciuto per la conseguenza del mio errore. Continuerò a lavorare sempre di più credendo e sapendo che gli errori ci insegnino nuove lezioni. Sono in buona salute, vi ringrazio molto per i vostri sinceri messaggi e supporti”. È chiaro che scontiamo la coperta corta a centrocampo, ma quando rientrerà Ricci dall’infortunio e riavremo anche Miranchuk, vedremo sicuramente miglioramenti nelle due fasi. Ora è fondamentale lavorare bene in settimana e non sbagliare approccio alle prossime gare. Certo, almeno il pareggio a San Siro ci avrebbe dato grande fiducia, ma questo Toro sta facendo bene, bisogna continuare così e confermare di essere squadra matura già dalla prossima al Grande Torino contro il Sassuolo. Abbiamo subito l’occasione di rifarci, perché il Toro c’è.

Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata. 

Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.

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