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EDITORIALE

Due 7-0 a confronto

TURIN, ITALY - MAY 12: Players and Staff of Torino FC huddle following the Serie A match between Torino FC  and AC Milan at Stadio Olimpico di Torino on May 12, 2021 in Turin, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

La disfatta contro l'Atalanta di gennaio 2020 e quella contro il Milan hanno un identico risultato ma sfumature diverse

Gianluca Sartori

Il Torino, a poco più di un anno di distanza, ha rivissuto il peggiore degli incubi: un altro 0-7 interno come quello con l’Atalanta del 2020, il punto più basso che tutti speravano rimanesse tale e invece così non è stato. Due umiliazioni uguali dal punto di vista numerico, ma a loro modo diverse, innanzitutto per il contesto. La prima arrivò a fine gennaio, a metà stagione, questa a tre partite dalla fine, quando ci si gioca la vita.

E le sfumature diverse stanno anche nelle cause che hanno portato a queste due disfatte del Torino. Lo 0-7 che i granata subirono per mano dell’Atalanta di Gasperini rappresentò un crollo verticale, la fine di una storia, quella del Torino di Mazzarri, un gruppo che tanto bene aveva fatto fino a pochi mesi prima perché portato allo stremo delle forze mentali dal suo allenatore e che non si è saputo o voluto rinnovare nei tempi e nei modi giusti. Lo 0-7 subito dal Milan rappresenta invece il violento riemergere delle criticità di inizio stagione, frutto di una pianificazione estiva sciagurata, che erano state messe sotto al tappeto con tanta fatica da Nicola. Messo alle strette da infortuni, diffide e stanchezza diffusa nei suoi giocatori titolari, il tecnico ha dovuto tirare fuori dalla naftalina i vari Lyanco, Linetty, Rodriguez, Bonazzoli. Tutti giocatori che a Torino hanno fallito clamorosamente e sui quali si è fondato il flop targato Giampaolo. Nicola, dal suo arrivo, ha cambiato le gerarchie puntando su un gruppo piuttosto definito di 13-14 giocatori; una volta che ha dovuto concedere chances ad altri, di fronte a un avversario di qualità e in fiducia come il Milan di oggi, si è visto perché al suo arrivo il Torino aveva 13 punti.

Ora è lecito chiedersi quali saranno gli strascichi che questo risultato lascerà a livello psicologico. La risposta la potranno dare solo Nicola e i suoi giocatori a La Spezia. Qui si può solo ricordare che un anno fa dalla batosta contro l’Atalanta è iniziata una discesa a picco che vide il Torino salvarsi per il rotto della cuffia tra mille patimenti. Per ben che vada, può ancora finire così anche stavolta.