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EDITORIALE

L’aiuto della buona sorte

L’aiuto della buona sorte - immagine 1
La partita di Coppa ha permesso di archiviare in fretta la delusione del derby, ma ora ci vorrà qualcosa in più

Gianluca Sartori

Chi vuol bene al Toro non può che essere rincuorato dal 4-0 rifilato al Cittadella. Per la squadra di Juric è stata una gran fortuna avere questa partita tre giorni dopo il derby, perché è stata l’occasione di voltare pagina a livello emotivo dopo una brutta batosta arrivata al culmine di un periodo negativo in termini di risultati. Goleada doveva essere e goleada è stata, inoltre c’è stata l’opportunità di far mettere minuti nelle gambe a chi ne aveva bisogno; tra questi anche giocatori potenzialmente fondamentali come Ricci, Vojvoda e Pellegri.

Allo stesso tempo chi vuol bene al Toro non può certo celebrare questo passaggio del turno come la panacea di tutti i mali, perché il Cittadella è una squadra di medio-bassa Serie B e perché nella prima ora di gioco le difficoltà che oggi hanno i granata - in termini sia tecnico-tattici che di mancanza di autostima - si sono viste. La manovra corale che ha caratterizzato a più riprese il Toro di Juric anche a inizio campionato non si è vista e alcuni elementi come Vlasic e Singo hanno confermato il periodo di involuzione. Per fortuna di Juric, Radonjic ha messo in discesa la partita con un pezzo di bravura a conferma del fatto che potenzialmente sia di una categoria superiore a molti. Ma è evidente che per uscire con un buon risultato da Udine, a livello generale, ci vorrà molto di più. Il Cittadella in Coppa dopo il derby è stato un aiutino della buona sorte per ripartire, ma ora bisognerà metterci qualcosa in più.  

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