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Editoriale

Toro, chi non ti ama non ti merita: ma chiediti perché non ti ama 

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Non si può continuare con chi desidera altro, è una lezione che il Torino ha imparato nel passato e le due strade debbono separarsi

Gianluca Sartori

È di certo sorprendente la conclusione della vicenda Brekalo: in presenza dell’idea di cambiare lido nonostante la volontà di riscattarlo da parte del Torino, da tempo documentata su Toro News, non si torna indietro. Non si può continuare con chi desidera altro, è una lezione che il Torino ha imparato nel passato e le due strade debbono separarsi. Brekalo è di certo un buonissimo giocatore e sarebbe stato utile in futuro, ma si può costruire un Toro competitivo anche senza di lui e questa società è sopravvissuta a cose ben peggiori.

Tuttavia una riflessione la faremmo, fossimo nel Torino. Come può accadere che un Brekalo, autore di una stagione buona ma non eccezionale in una squadra terminata a metà classifica, declini la prospettiva di continuare in granata? Un conto è la legittima ambizione di Bremer, che ha dimostrato sul campo di valere palcoscenici più grandi. Un altro è il gran rifiuto opposto da un buon giocatore che avrà le sue ragioni per fare le sue scelte, ma che di sicuro non ha scritto pagine indelebili di storia granata (basta un semplice raffronto numerico per capire che Adem Ljajic, quasi nello stesso ruolo, incideva di più). Perché il progetto del Toro non fa presa su un Brekalo? Una domanda che il club granata deve porsi con un po’ di sana autocritica se vuol continuare a crescere.

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