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Esclusiva

Berruto a TN: “Dai 18 anni di Cairo mi aspetto un passaporto per l’Europa”

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In esclusiva le parole dell’ex coach della Nazionale italiana di pallavolo, grande tifoso del Torino

Andrea Calderoni

Il 2023 di Toro News si apre con l’intervista in esclusiva di una voce molto autorevole del mondo granata, quella di Mauro Berruto, pluridecorato coach di pallavolo maschile, bronzo olimpico nella spedizione di Londra 2012 e due volte argento europeo. Berruto con le elezioni dello scorso settembre è anche divenuto Deputato della Repubblica italiana tra le fila del Partito Democratico.

Buongiorno Mauro e buon anno. Il 2023 che si apre oggi è l’anno del diciottesimo compleanno di Urbano Cairo alla guida del Torino. Cosa può ancora dare il presidente alla causa granata?

“Credo che tutto sia nelle sue mani. Cairo può muovere risorse come pochi altri nel campionato italiano. La proprietà è meno competitiva rispetto a gruppi internazionali, ma mi interrogo spesso su questi gruppi e noto che hanno grossissimi problemi e creano costantemente ‘sbilanci’, prendendosi dei vantaggi competitivi non equi. Questi gruppi sono il male del calcio e sono una sorta di doping: non hanno la copertura finanziaria ma comprano la villa a Miami e alterano l’esito del risultato sportivo. Per questo riconosco a Cairo di aver dato stabilità a una squadra abituata a salire e scendere dalla Serie B. È ovvio che da tifoso auspico una squadra che possa ambire a obiettivi più prestigiosi. Sono razionale e so che il Torino non può lottare per lo Scudetto e non può farlo per la ragione appena menzionata degli ‘sbilanci’. Un Torino che lotti per l’Europa è possibile. Anche in questo calcio molto squilibrato alcuni progetti, come quello dell’Atalanta, hanno dimostrato che si possono raggiungere traguardi importanti se si lavora bene. Insomma, quando si diventa maggiorenni si acquisisce il diritto al voto e al passaporto autonomo. Ecco dal diciottesimo anno di Cairo mi aspetto un Toro con un passaporto che lo porti a viaggiare in Europa stabilmente”.

“Il momento antecedente alla pausa non era un brutto momento per il Torino. Da allenatore, però, so che un periodo di sosta lungo come quello che sta per terminare ti permette di svolgere un super lavoro che poi ti tornerà utile nella seconda parte della stagione. Non soltanto il Torino ha avuto quest’opportunità. Molto dipenderà da quanti giocatori sono stati impegnati al Mondiale e fino a dove si sono spinti. Credo che ci siano condizioni molto buone per fare bene perché nutro grande fiducia nel mister granata e nel suo staff. Conosco personalmente Paolo Barbero e so che non avrà lasciato nulla al caso. Il Torino avrà anche un calendario che permette di immaginare una buona partenza a gennaio. Penso che il Toro possa riprendere il filo interrotto a novembre e possibilmente fare qualcosa in più, sfruttando magari le défaillance di qualche squadra che potrebbe concedere di più”.

Berruto

Prima ha parlato di Europa: è un qualcosa di fattibile in questa stagione?

“La sogniamo da anni. Non vogliamo solo arrivarci ma stabilizzarci in quella zona di classifica. Credo che non solo sia fattibile l’Europa, ma dev’essere doveroso provarci. Se vuoi raggiungere quello che desideri, devi mirare sempre più in alto. Il Toro ha le condizioni tecniche per conseguire l’obiettivo. Le stagioni peggiori, come testimonia il Torino della scorsa stagione, sono quelle in cui arrivi a metà percorso senza più obiettivi concreti e sei costretto a trasformare un appuntamento, vedi il derby, nella partita dell’anno. Spero che il Toro rimanga agganciato quanto più possibile al treno Europa”.

“Diciamo che Vlasic è forte di suo e proprio per questo le aspettative sono alte. Le esperienze come quella di Vlasic al Mondiale sono ideali per tornare e avere un impatto sul club. Ha disputato un ottimo Mondiale, bruciando il giusto delle energie. Torna con consapevolezze in più. Mi auguro proprio che la sua seconda parte di stagione lo collochi in quell’Olimpo di giocatori decisivi in un torneo come la Serie A. Poi, Nikola appartiene a una famiglia nobile che conosce bene il valore del lavoro”.

Vlasic dovrà essere riscattato in estate. Non più tardi di dieci mesi fa Josip Brekalo era nella stessa situazione e aveva già comunicato alla società che non avrebbe voluto proseguire in granata. Aver rinnovato il contratto al direttore sportivo Vagnati e cercare di fare altrettanto con Juric può favorire il riscatto di pedine come Vlasic?

“Sarò di parte per ruolo, ma il primo da mettere in sicurezza è il tecnico insieme al suo staff. Se l’allenatore ha la fiducia della società, allora quella diventa la calamita più potente per attrarre tutti i giocatori che vogliono restare. Per dimostrare di avere un progetto solido il primo tassello da stringere è quello societario, seguito da quello relativo allo staff tecnico. Dal punto di vista societario siamo stabili da tanti anni, mentre dobbiamo provare a cementificare il rapporto con l’allenatore. La mia esperienza mi insegna che è meglio partire da chi guida una squadra piuttosto che munirti di tanti buoni/ottimi giocatori e poi scegliere l’allenatore. Qualunque atleta sceglie un progetto solo quando sa chi sarà a coordinarlo. Molte società agiscono in modo contrario rispetto alla sequenza che seguirei sempre io. Parlando del caso Brekalo, devo dire che nel calcio di oggi ce ne sono fin troppe di situazioni simili. Ci sono tanti giocatori che ancor prima di finire la loro esperienza in un club hanno la testa alla società successiva; credo che sia uno dei motivi per il quale si verifichi disaffezione nei confronti del calcio. Bisognerà risolvere questo problema, non tanto per riavere le bandiere, quanto per riacquisire credibilità”.

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Nell’amichevole con il Monza si è fermato Pietro Pellegri. Urge una punta per poter ambire, come lei prospettava, a un piazzamento nobile in classifica?

“Sì, è chiaro che serve una punta. Penso che servisse anche senza l’infortunio di Pellegri. Quel reparto aveva bisogno di qualcosa. Con l’infortunio di Pellegri l’acquisto di un attaccante diventa un’urgenza. Mi spiace molto per lui perché quando sta bene offre grandi qualità. Il mese di gennaio sarà un mese importante perché possono essere raccolti tanti punti; l’infortunio di Pellegri può rendere un po’ più complesso il percorso e servirà un’alternativa di peso”.