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Torino, Lentini: “La finale di Amsterdam è il mio più grande rimpianto”

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L'intervista a Radio tv Serie A con RDS a Gianluigi Lentini: l'ex granata si racconta tra passato, presente e futuro
Redazione Toro News

Gianluigi Lentini è stato ospite a Radio tv Serie A con RDS. L'ex Toro si è raccontato senza filtri tra storie calcistiche e quell'incidente che lo ha cambiato per sempre. Di seguito le parole dell'ex Torino e Milan.

In 55 anni quante vite hai vissuto?

"Penso tante, ma le ho vissute con serenità. Poteva andare meglio, ma sono grato di quello che ho".

Tu eri un'ala meravigliosa ed eri anche un personaggio diverso, qualcuno te lo ha mai fatto pesare?

"No a me piaceva fare le cose che mi facevano stare bene, ma sempre nel rispetto delle regole. Sono sempre stato chiacchierato, ma forse perché ero giovane e di bella presenza, invidia e gelosia fanno parte di questo mondo, ma accetti e vai avanti".

Si raccontava che tu dormissi fuori dal Filadelfia la notte, è vero?

"No è una leggenda, non è mai successo. Io ero sempre il primo ad arrivare agli allenamenti e l'ultimo ad andarmene".

Cosa pensavi quando correvi e dribblavi l'avversario?

"Pensavo di fare il massimo, dribblare e segnare".

Chi ti piace adesso del tuo ruolo?

"Io mi rivedo in Leao, lui è molto bravo, si diverte e ha caratteristiche simili alle mie".

Oggi lavori per il Monza, fai scouting qui in piemonte, cosa cerchi in un giocatore?

"Cerco le qualità che possono essere importanti a livelli professionistici".

Saresti potuto diventare uno dei più grandi di sempre, ci pensi?

"Sono pensieri che hanno poco senso, io mi sono sentito fisicamente e mentalmente fortissimo prima dell'incidente. Poi non sono riuscito a recuperare. Se c'è una cosa che mi spiace e non aver fatto il mondiale".

Il Torino ti ha dovuto cedere per problemi finanziari, tu al Milan volevi andare?

"All'inizio non ne volevo sapere, io ero molto affezionato al Torino. Alla fine però Galliani e Berlusconi mi hanno convinto e non me ne pento".

Quanto sei passato al Milan c'è stata una rivolta in piazza. Ti hanno anche lanciato le monete, cosa c'era in quel gesto?

"C'era tanto amore e delusione, io volevo rimanere a Torino, ma loro si sono sentiti traditi".

Quella doppia finale è entrata nella storia, cosa ci dici a riguardo?

"Quella finale con il Torino è stata la delusione più grande della mia carriera calcistica. Soprattutto perché era con il Torino, sarebbe stato un trofeo storico".

Cosa ti ricordi la notte del tuo incidente?

"Mi ricordo tutto fino al momento prima dell'impatto, dopo vuoto. Andavo in autostrada da Genova verso Torino, un camion davanti a me aveva perso il carico che portava e ha lasciato per strada alcuni detriti. Mi si è bucata la ruota, per fortuna c'era un autogrill e mi hanno messo il ruotino. Il problema è che forse andavo troppo veloce e anche la ruota di scorta è scoppiata. Da lì in poi non ricordo più nulla e sono andato in coma".

Sei tornato in campo 2/3 mesi dopo, ci racconti quei mesi?

"E' stato un lungo recupero, il Milan non aveva tanto tempo di aspettarmi, non giocando con continuità non riuscivo a dimostrare quanto valevo. In finale di Champions contro l'Ajax non ho giocato titolare anche se venivo da un bel momento, ho giocatore solo un minuto e da lì in poi ho mollato. E questo è un mio grande rammarico".

Ora come stai? hai già pensato al tuo prossimo dribbling?

"A me piace stare nella mia comfort zone e ora amo quello che faccio, vado a fare lo scout sempre con molta passione".

 

 

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