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Gino Rossetti, goleador granata e leggenda del calcio

Gino Rossetti (foto gazzettaworld.com)

Figurine / Il 7 novembre 1904 nasceva a La Spezia un attaccante tra gli artefici del primo scudetto della storia granata

Alberto Giulini

Gino Rossetti nacque il 7 Novembre 1904 a La Spezia.  Figlio del proprietario di un forno, il ragazzo, trovò nella sua Liguria la giusta protezione e la giusta tranquillità per coltivare, insieme al fratello, il suo talento per il calcio. Il giovane Gino desiderava sfogarsi, giocare, forse per riuscire a convivere con il periodo storico che stava segnando la sua infanzia e parte dell’ adolescenza. La Prima Guerra Mondiale. Cresciuto calcisticamente nella sua città natale, Rossetti II, corona il suo sogno d’infanzia: esordire, nel campionato 1921/22, con la maglia dello Spezia.  Appena ventiduenne , riuscì a mettersi in luce nelle file del club della sua città acquistando la nomea  di “attaccante dal gol facile”.  Il Torino mise gli occhi su di lui e lo acquistò per 25 mila lire. Il Consiglio direttivo dello Spezia tuttavia si mise di traverso, non avvallando l’operato del dirigente che aveva concluso l’affare. Per il giocatore sfumava l’ingaggio che poteva cambiargli la vita. Deluso, decise di raggiungere il fratello maggiore in Cile e cambiare vita. Venuti a conoscenza del fatto, i dirigenti liguri, decisero di tornare sui propri passi, accettarono l’offerta dei granata e il ragazzo venne letteralmente fermato quando già era pronto ad imbarcarsi al porto, mentre già pregustava il profumo del Sud America. Giunto in maglia granata  andò a completare quell’attacco leggendario che con Baloncieri e Libonatti costituiva il “trio delle meraviglie”.

Rossetti riuscì subito ad affermarsi nel Toro. Segnò infatti 19 gol nel suo primo campionato (1926/27) sotto la guida dell’ungherese Imre Schoffer. La stagione successiva, oltre alle 23 marcature personali, arrivò, con Tony Cargnelli, il leggendario primo scudetto della storia del Toro. Quella stagione gli valse la Nazionale ed il bronzo olimpico ai Giochi di Amsterdam, ma fu il ’28/’29 il suo anno di grazia. Quell’anno segnò 36 reti totali che, però, non consentirono al Toro di riconfermarsi campione.

Rimase, comunque, al Torino fino al 1933, segnando con regolarità, per poi trasferirsi al Napoli per quattro stagioni ed, infine, ritornare romanticamente in granata nel ’37/’38 ma con scarsi risultati. Dopo quella sfortunata stagione, un anno allo Spezia, uno alla Maceratese ed, infine, una modesta carriera da allenatore, nelle serie minori. Scomparso nel 1992, Rossetti rimane tutt’oggi, con 144 gol in 212 partite, il terzo marcatore di sempre della storia granata.  Davanti a lui solo l’ex compagno Libonatti con 157 marcature e Pulici che, con le sue 172 reti distribuite in 15 stagioni in granata, comanda questa prestigiosa classifica.  Le 36 reti in una sola stagione però, sebbene il campionato non fosse ancora a girone unico, rappresentano tutt’ora  il primato assoluto di reti in una stagione in Italia. Eguagliato solo dalla straordinaria impresa di Higuain al Napoli nella scorsa stagione.

Il suo “vero” cognome sarebbe dovuto essere “Rosetti”, ma per una svista l’Anagrafe di La Spezia gli aggiunse una “s”. Una “s” di troppo che rende ancor più speciale la sua storia.