""Siamo andati a trovare Mario Audisio solo giovedì scorso. Eravamo io, Umberto Motto e Angelo Marello, nostro storico amico. Mario era chiaramente in fin di vita, con gli occhi spalancati fissava il vuoto. Ad un certo punto Umberto gli si è avvicinato e gli ha detto: dai, preparati, che tra poco dobbiamo scendere in campo. Mario lo ha riconosciuto e gli ha sorriso". La testimonianza è di Gianni Bessone Bersia, fratello di Pietro, uno dei capisaldi del dopo-Superga del Torino. E fa capire quanto profondo sia rimasto negli anni il legame tra i componenti di quel manipolo di ragazzini sotto i vent'anni che nel maggio 1949, da un giorno all'altro, si ritrovarono al Filadelfia, a giocare in Serie A al posto degli "Invincibili" scomparsi a Superga. Mario Audisio è morto due giorni fa, a 88 anni, portando con sè un altro pezzo di storia in questo 2018 che tanti lutti ha visto nel mondo granata.
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La storia di Audisio: uno degli ultimi eredi del Grande Torino
Il lutto / Centrocampista-attaccante, segnò uno tra i gol più rapidi nella storia del Toro. Dai problemi alla schiena ad un bancone ai mercati generali: della squadra che terminò il campionato 1948-1949 restano in vita in tre
"QUATTRO PARTITE - Vandone, Motto, Mari, Macchi, Ferrari, Lussu, Giuliano, Francone, Marchetto, Giammarinaro, Balbiano. Una formazione che i tifosi del Torino dell'epoca impararono a snocciolare come quella del Grande Torino: è quella interamente composta da giovani del vivaio granata, che scese in campo il 15 maggio 1949 contro il Genoa, nella prima partita ufficiale del Torino dopo Superga. Fatalmente, ne sono rimasti in vita ad oggi, solo tre: il portiere Guido Vandone, il capitano Umberto Motto, la mezzala Antonio Giammarinaro. L'ultimo ad andarsene era stato Lando Macchi, nell'agosto 2017.
"GOL A MARASSI - Audisio faceva parte di quel gruppo ma fu mandato in campo da Roberto Copernico e Oberdan Ussello solo nella partita successiva, il 22 maggio a Palermo. Dopo Superga rimanevano quattro partite, la Figc aveva già assegnato lo Scudetto al Toro e aveva chiesto alle squadre avversarie dei granata di mandare in campo a loro volta solo giovani. Il Torino, quelle quattro partite, le vinse tutte. Audisio ne giocò tre, segnando anche un gol: classe 1930, era un centrocampista-attaccante di qualità e a Marassi contro la Sampdoria, nella penultima partita di quella annata maledetta, segnò una rete al primo minuto che passò agli annali come una delle più veloci della storia granata.
"PER SEMPRE - Mario non rimase al Toro oltre quella stagione, chiudendo la carriera in granata con tre presenze e una rete all'attivo. "Aveva un ottimo talento, nelle squadre giovanili del Torino lo facevano sempre giocare con i ragazzi più grandi perchè lo ritenevano pronto. Ma una caduta dolorosa in allenamento gli procurò un problema alla schiena che lo condizionò", racconta Bersia. Mario rimase amico di tutti i suoi ex compagni, soprattutto di Sauro Tomà, l'ultimo Invincibile del Grande Torino, anche lui morto quest'anno. Passò alla Pro Vercelli, poi alla Sanremese, al Cesena e chiuse la carriera nel 1956 alla Fossanese, la squadra dove aveva iniziato prima della chiamata del Torino. Anni trascorsi a sognare un esordio in prima squadra che arrivò in circostanze inimmaginabili, a seguito della morte di capitan Mazzola e compagni, che erano sempre stati idoli e punti di riferimento. Audisio e gli altri giocarono con il dolore nel cuore: ma il Torino doveva guardare avanti. Dopo la carriera da calciatore, Mario aprì un bancone di frutta e verdura insieme ad un paio di altri ex compagni granata ai mercati generali di piazza Galimberti. Ha sempre vissuto a Torino fino a domenica scorsa, quando ha chiuso gli occhi per sempre. Il funerale sarà domani a Torino, presso la parrocchia Santa Croce, alle 11.
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