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Lazio-Torino: i biancocelesti sono camaleontici. Il Toro invece…

Approfondimento / Un'ottima capacità di adattamento e una buona profondità della rosa sono le armi segrete di Inzaghi, capace di cambiare pelle ai suoi più volte durante i match

Nicolò Muggianu

Lazio-Torino è alle porte e questa sera le due compagini si daranno battaglia all'Olimpico di Roma senza esclusione di colpi. La partita si pronostica scoppiettante anche per le caratteristiche delle due rose e dei rispettivi allenatori, spesso messi a confronto per le loro similitudini, ma dei quali si possono cogliere molte sfaccettature piuttosto differenti maturate dalle scelte fatte da ognuno nel corso di questo campionato.

CAMALEONTICO - L'arma in più del tecnico biancoceleste fin qui è stata certamente la sua capacità di adattamento. Inzaghi infatti si è dimostrato molto preparato tatticamente riuscendo a gestire in maniera armonica e equilibrata una rosa piuttosto profonda e dotata di una buona duttilità. Queste caratteristiche hanno permesso al mister di variare e sperimentare diversi sistemi di gioco anche a gara in corso: dal 4-3-3 al 3-5-2 fino al più offensivo 3-4-3. Giocatori come Lulic, Radu, Milinkovic-Savic, Basta e Felipe Anderson sono stati infatti fondamentali aiutando la squadra a costruire risultati vincenti grazie a uno spiccato spirito di adattamento e di sacrificio. Specialmente il numero dieci brasiliano - che fino a qualche tempo fa era una "prima donna" - si è riscoperto "esterno a tutto campo" rinunciando spesso e volentieri alla fase offensiva ma risultando più utile ai compagni in fase difensiva. Il "diktat" del mister? Prima viene la squadra.

PREVEDIBILI(?) - Il tecnico granata al contrario da quando ha iniziato la sua nuova avventura ha spesso lamentato una scarsa profondità di rosa a cui sono seguite spesso scelte-fotocopia di partita in partita. Quasi sempre il Torino è infatti sceso in campo con il 4-3-3 da inizio campionato ad oggi, effettuando pochi cambiamenti standardizzati in caso sopravvenga la necessità di ribaltare risultati. Gli unici altri moduli utilizzati da Mihajlovic infatti sono stati solo il 4-3-1-2 e il 4-2-4 a dimostrazione di una rosa forse fin troppo omogenea composta da giocatori con caratteristiche spesso eccessivamente simili. La partita di stasera dunque potrebbe contenere per il Torino la doppia incognita: la Lazio si è dimostrata fino ad oggi la compagine con maggiori e migliori capacità di adattamento mettendo in difficoltà avversari di ogni rango. I granata, al contrario, forse hanno proprio in questa caratteristica il proprio tallone d'Achille non riuscendo a rivoluzionarsi nei momenti di black-out.

Questa sera non sarà dunque facile per il Torino che prima di superare la Lazio dovrà superare sè stesso. L'avversario è uno dei più ostici che potessero capitare ma la squadra di Mihajlovic non sembra avere intenzione di demordere e anzi, metterà in campo tutta la grinta e la voglia di conquistare un risultato contro-pronostico. Le motivazioni - nonostante la classifica non abbia ormai molto da chiedere al Toro - non mancano e i granata vanno a caccia dell'impresa.