"Udite udite, ogni tanto la ruota della fortuna gira anche a favore del Torino. Perchè è indiscutibile che il "fattore c" sia stato determinante nell'aiutare i granata a portare a casa i tre punti: oltre al rigore parato (che grande portiere, Sirigu), anche un gol annullato al Var per un fuorigioco che in altre occasioni avrebbe potuto passare in cavalleria e una traversa nel finale piuttosto clamorosa dopo una carambola Djidji-Izzo. Però è altrettanto vero che il Torino è sicuramente in debito con la sorte: se dovessimo stilare un elenco degli episodi sfortunati di questa stagione probabilmente non basterebbe un sito web. E allora se ogni tanto arriva un pizzico di fortuna i granata se la tengano stretta. Nel calcio contano soprattutto i risultati e contro l'Udinese per il Torino era fondamentale vincere visti i prossimi difficili impegni. E al direttore Pradè che definisce "imbarazzante" l'annullamento del gol di Okaka qualcuno ricordi la rete ingiustamente tolta a Berenguer alla Dacia Arena (quella sì un'usurpazione conclamata) che permise ai friulani di portare a casa un punto.
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Ogni tanto gira bene anche al Toro
Editoriale / Ma sarebbe miope ignorare i problemi. E Mazzarri deve riprendere il controllo dei suoi nervi
"Contano soprattutto i risultati, nel calcio, ma non solo: conta anche come ci si arriva. E allora sarebbe miope ignorare i difetti del Torino: ravvisabili, ieri ma non solo, soprattutto nello scarso cinismo e nella poca qualità negli ultimi venti metri. E' vero che il Torino ha giocato praticamente senza Falque (Iago, se ci sei batti un colpo), ma la partita andava chiusa ben prima degli ultimi 15/20 minuti. Che hanno visto il Torino andare in difficoltà: alcuni cambi ritardati e un appannamento mentale collettivo stavano per portare all'ennesimo pareggio. Forse non sarebbe andata allo stesso modo con Mazzarri ancora in panchina. Il tecnico è una guida insostituibile per i calciatori e non può più permettersi di farsi espellere. Quattro allontanamenti in 23 partite sono troppi: per poter continuare a credere nell'Europa la prima condizione è che il tecnico torni pienamente in controllo dei suoi nervi.
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