Affari di famiglia. O meglio, affari tra cugini. Attraversare la città cambiando i colori è tradizionalmente complicato, ma non è di certo inusuale. Con il passare degli anni è un marchio che pesa sempre di meno e che - in diverse circostanze - è stato facilmente rimosso sul campo, grazie ai risultati e alle prestazioni. Basti pensare a Rolando Mandragora, ultimo di una lunga serie di giocatori passati direttamente dalla Juventus al Torino: le sue prestazioni e la sua grinta lo hanno aiutato a scrollarsi subito di dosso l'etichetta bianconera. Tutto ciò nonostante il suo cartellino appartenga ancora alla Juventus, che lo ha ceduto al Toro in prestito per 18 mesi con obbligo di riscatto a 9 milioni più 1 di bonus.
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Toro-Juve, affari da derby: Mandragora è solo l’ultimo di una lunga serie
Focus on / Mandragora è l'ultimo di una lunga serie di giocatori che si sono trasferiti dalla Juve al Toro (e viceversa)
GLI ALTRI - Nel centrocampo granata c'è un altro ex bianconero, ovvero Tomas Rincon. Il capitano della nazionale venezuelana ha totalizzato 13 presenze dal gennaio al giugno del 2017 con la maglia bianconera prima di trasferirsi in granata a fronte di un corrispettivo totale di 9 milioni tra prestito e riscatto. Prima di loro, c'erano stati tre trasferimenti consecutivi: Cristian Pasquato nel gennaio 2012, che non ha lasciato traccia e soprattutto Ciro Immobile nel 2013 e Fabio Quagliarella nel 2014. 32 reti in un anno e mezzo per il Quaglia-bis, tra cui il rigore che ha aperto le danze nella notte di Bilbao e 23 in un anno per Immobile, tra quelli che ha permesso al Toro di poter arrivare a giocarsi quella notte a suon di gol nel campionato precedente. Tra gli altri trasferimenti ben riusciti non si possono non citare Pasquale Bruno, approdato al Toro nel 1990, Stefano Sorrentino nel 1998 e Guglielmo Gabetto, che Ferruccio Novo strappò proprio alla Juventus nel 1941.
DAL TORO ALLA JUVE - Molto più complicato è stato il percorso inverso, che i tifosi granata hanno sempre vissuto come un vero e proprio tradimento. I due esempi più recenti sono Angelo Ogbonna e Federico Balzaretti, cresciuti nel settore giovanile del Torino, esplosi nel professionismo con la maglia granata. Balzaretti si liberò a parametro zero nell'agosto 2005, a causa del fallimento dei granata mentre Ogbonna fu ceduto ai cugini per 15 milioni di euro nell'estate 2013, svestendo la fascia da capitano del Toro. Nel passato ci sono nomi illustri: nel 1995 Gianluca Pessotto si trasferì per 7 miliardi di lire dopo un ottimo campionato in granata, Aldo Serena nel 1985, Gigi Simoni nel 1967, Carapellese nel '52 e Silvio Piola nel 1945. Insomma, la storia dimostra che anche tra cugini, gli affari possono essere vantaggiosi.
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