Essere del Toro vuole dire dedizione totale. La squadra sopra il singolo: chi lo capisce bene, chi non lo capisce è fuori dal progetto. Chi è sceso in campo all'Allianz Stadium ha messo in pratica alla lettera il comandamento, onorando la maglia con ogni goccia di sudore rimasto. La squadra sopra il singolo. E' il mantra su cui Mazzarri ha costruito il suo gruppo e sta dando i suoi frutti: 57 punti, eguagliato il record nell'era dei tre punti a vittoria firmato dal Toro 2013-14 di Gian Piero Ventura. Un record che, salvo cataclismi, sarà superato nelle prossime partite.
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Essere del Toro
Editoriale / Un derby così infonde ancora più carica e consapevolezza
Essere del Toro vuol dire fare a pugni col destino. Perchè proprio per la partita più delicata vengono a mancare due difensori insieme, due giocatori esperti, due certezze come Moretti e Djidji. Si trova a dover giocare Bremer, un giovane alla prima volta da titolare che gioca una partita puntuale e precisa. E' sufficiente una distrazione: di fronte c'è un mostro sacro da 601 reti nei club che non perdona. Due punti se ne vanno così, ma anche Bremer avrà la possibilità di prendersi una rivincita, confermando quanto di buono aveva fatto vedere.
Essere del Toro vuol dire trovare il coraggio al momento giusto: Lukic contava sin qui 34 presenze nel Torino, con sole 12 conclusioni tentate. In quel momento ha capito che doveva crederci, così ha sfilato la palla a Pjanic infilando la porta con un destro nel sette. Sasa è forte, chissà che questo gol non lo spinga ad osare con più continuità.
Essere del Toro vuol dire combattere fino all'ultimo: focalizzandosi non tanto sui due punti persi, che rischiano di essere decisivi in chiave Champions League, ma sul punto guadagnato, che permette al Torino di essere quasi totalmente padrone del suo destino. Con nove punti nelle prossime tre partite (non sarà facile, ma un derby così infonde ancora più carica e consapevolezza), nel peggiore dei casi sarà Europa League.
Essere del Toro vuol dire onorare il Grande Torino: è il 4 maggio, il derby può passare in secondo piano. Tutti al Duomo e a Superga per commemorare insieme ai giocatori di oggi gli Eroi di sempre.
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