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Sbagliare da professionisti

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Torna l'appuntamento con la rubrica di Danilo Baccarani: "Ci hanno spiegato per anni, che gli errori arbitrali fanno parte del gioco e che chi si lamenta è un perdente..."
Danilo Baccarani
Danilo Baccarani Columnist 

Era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti.

Cit.

Nei cinque maggiori campionati d’Europa, tra le squadre che hanno più di 40 punti, solo il Nizza ha segnato meno gol del Toro, 27 contro 28.

Un dato che manda in cortocircuito tutte le analisi possibili, ma che premia gli Aquilotti grazie soprattutto ad una difesa impeccabile (appena 20 gol subiti).

Il Nizza è quinto a 42 punti, in un campionato che appare meno impegnativo del nostro.

La statistica resta e il vecchio motto, primo non prenderle, sembra inossidabile al passare del tempo.

E il Toro?

Il Toro 2023/24 asfittico sotto porta ma blindato in difesa (spoiler: nell’articolo non si parla di clean sheet, né di Vanja) è ancora lì, in mezzo al guado di metà classifica confidando nel risveglio della sua fase offensiva.

Nonostante il reparto difensivo sia stato bersagliato da una serie infinita di infortuni, è nella fase senza palla che la squadra di Juric ha dato il suo meglio, sopperendo in alcuni casi all’intera difesa titolare.

(Non dire clean sheet, non dire clean sheet)

Ho come la sensazione, già riportata su queste pagine, che il Toro farà punti più grazie alla difesa che non grazie all’attacco, ma questa è solo una mia sensazione, supportata da una tendenza statistica che potrebbe venir smentita da un momento all’altro.

A questo punto della stagione scorsa, il Toro aveva tre punti in meno e aveva segnato due golletti in più: sommate il tutto e aggiungete la solita serie di partite buttate al vento che sarebbero valse qualche punto per incrementare la classifica.

Pertanto, nel mare nostrum di quisquilie e pinzillacchere che alla fine della fiera, impilate una dopo l’altra, restituiscono i punti di una classifica che grida sempre vendetta, al Toro manca sempre il centesimo per fare la lira.

Da un lato le carenze societarie, da un lato gli errori tecnici e infine qualche errore arbitrale di troppo, il risultato è una classifica che vede il Toro distaccato di quel tanto da farci smoccolare per quei punti lasciati per strada.

Gli errori arbitrali che da un lato sono consolatori (che poi…sai la soddisfazione…) e allo stesso tempo fanno pensar male i tifosi, siano essi complottisti o meno, non possono essere un alibi.

Ci hanno spiegato per anni, che gli errori arbitrali fanno parte del gioco e che chi si lamenta è un perdente: peccato che a spiegarcelo sia stato sempre qualcuno che da quegli errori traeva vantaggio. Ma tant’è.

Nell’era del var, dei fuorigioco millimetrici segnalati da un meccanismo elettronico (che forse alla fine, è la cosa più furba che si potesse fare - e infatti è talmente furba che la vogliono cancellare), il Toro di Juric è stato spesso vittima di errori arbitrali che hanno successivamente fatto giurisprudenza o sono finiti sotto la lente di ingrandimento per la loro gravità.

Soltanto in questa stagione sono stati fermati, dopo aver diretto i granata, sei arbitri. Praticamente Uno su cinque. Una media davvero elevata.

Badate, non è l’Inquisizione ma la mera constatazione che quegli errori sono stati valutati come tali.

Dopo. Magra, magrissima, consolazione.

Per introdurre l’incontro di sabato tra Toro e Monza partiamo dagli ultimi due incontri e dagli errori che hanno condizionato il risultato finale.

Entrambe le partite sono terminate 1-1, con il Toro sempre in vantaggio e raggiunto in maniera rocambolesca dopo che gli arbitri ne avevano combinata una più di Bertoldo.

E, cosa incredibile, entrambe le giacchette nere sono state sospese a seguito delle polemiche successive.

L’ineffabile Zufferli, Toro-Monza 1-1, 7 maggio 2023

Il Toro domina in lungo e in largo e subisce la beffa di Caprari in coda al match.

Prima però c’erano stati un fallo in area di Pessina su Ricci, un gol annullato a Miranchuk dopo il check al Var più lungo di un film di Nolan (braccio di Sanabria) e, infine, l’episodio che fa gridare allo scandalo.

Ricci entra in area, Rovella lo stende tirandolo per un braccio.

Zufferli non assegna il rigore, Abbatista-Abisso al Var, confermano.

Il giorno dopo, Zufferli viene fermato fino al termine della stagione.

In A, quest’anno ha collezionato tre presenze.

L’esperto Doveri, Monza-Toro 1-1, 11 novembre 2023

Canovaccio uguale al match del campionato scorso. Toro in controllo del match e vantaggio granata annullato a Rodriguez per fallo di Zapata su Caldirola.

La spinta del colombiano non è, di fatto, così evidente e il fallo, non c’è.

Doveri prende un abbaglio perché prima indica il centrocampo, poi fischia in ritardo e a quel punto il Var non può più intervenire perché vale la decisione di campo.

La ciliegina su una torta indigesta è il rigore non assegnato a Lazaro su fallo di Gagliardini in pieno recupero.

L’austriaco entra in area, viene sgambettato ma non cade: l’arbitro valuta il contatto come leggero ma il rischio vero è che passi l’idea che se non si cade, il rigore non viene assegnato.

Ho anche sentito dire che la colpa è stata di Lazaro. Vabbè.

Doveri viene fermato per un mese.

Record dei record, la stessa sorte era toccata al suo collega Fourneau, in Toro-Frosinone di Coppa Italia qualche giorno prima.

Gli errori arbitrali, ma anche e soprattutto gli errori tecnici dei calciatori.

A Monza erano state le lacrime del giovane Gineitis che, sfortunato, vede il pallone rimbalzargli in testa mentre corre a ritroso per coprire su Colpani.

La sfera cade beffardamente e consente al monzese di involarsi e battere a rete.

Una sfiga nera per un giovane che ha superato l’impatto con la Serie A e sta dimostrando buoni colpi e personalità.

Consiglio: per chi se lo fosse perso, guardate il tiro da trenta-trentacinque metri che ha scagliato con la maglia della sua Lituania nell’andata dei play-out di Nations League, il 21 marzo scorso. Merita il prezzo del biglietto.

L’altro errore che costa due punti è quello di Seck nella partita del campionato scorso.

Il senegalese non copre su Caprari, dopo che Petagna aveva protetto il pallone e lo aveva scaricato al limite dell’area.

Proprio lì, Seck e Bayeye avevano latitato quel tanto per consentire a Caprari di liberare il destro a giro.

Il Toro è figlio anche di questi errori di inesperienza, limiti caratteriali e tecnici, di quel pizzico di insana follia e di una buona dose di sfiga.

E anche quest’anno, la classifica è questa.

Corta, cortissima, alla quale mancano davvero pochi punti per rispecchiare correttamente l’andamento della stagione.

Diciamo che con 4-5 punti in più saremo nella posizione corretta.

Però, onestamente, a spanne, i 28 gol segnati stanno producendo molto di più di quello che dovrebbero.

E questo limite, alla fine, assomiglia ad un miracolo da cento punti, di Troisiana memoria.

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