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Casa dolce casa

TURIN, ITALY - JANUARY 29: Giacomo Bonaventura of Fiorentina battles with Sasa Lukic of Torino during the Serie A match between Torino FC and ACF Fiorentina at Stadio Olimpico di Torino on January 29, 2021 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Editoriale / Quando in casa non si vince mai non ci si salva: la squadra ha problematiche di tipo caratteriale e tecnico

Gianluca Sartori

"Al netto degli episodi arbitrali - se è rigore il contatto tra Sirigu e Lapadula di Benevento, non può non esserlo anche quello tra Dragowski e Lukic - resta un dato incontrovertibile: il Torino non ha vinto una partita giocando venti minuti più recupero in 11 contro 9 e per questo è difficile trovare scusanti. Davide Nicola fornisce una chiave di lettura positiva: giusto così, è arrivato da poco, è a Torino per costruire e fa benissimo a provare a esprimere positività. Il problema, però, è molto profondo perchè sono passati oltre sei mesi dall’ultima vittoria in casa. C'è stata anche sfortuna (vedi i legni di Singo e Zaza), ma se il Torino non è andato oltre il pari non è stato certo causa di una singola serata storta. Se in casa non si vince, non ci si salva dalla Serie B.

"Il Torino è sempre lo stesso; fatica dannatamente quando c’è da fare la partita e creare gioco. E l’eventuale superiorità numerica diventa un ostacolo anziché un vantaggio, perché a quel punto tocca a chi ha l'uomo in più trovare intuizioni, giocate, guizzi. Qualcosa che in pochi giocatori granata hanno nel proprio bagaglio tecnico, qualcosa che riesce ancora più difficile trovare se la situazione di classifica genera dubbi, paure e timori. Quando deve tenere il pallino del gioco in mano, la squadra non riesce a rimanere lucida. Si fa irretire dalla frenesia. E finisce addirittura per concedere: non si può prendere un gol a difesa schierata come quello incassato dai granata.

"Insomma, il compito di Nicola è arduo e consiste nel curare una squadra cronicamente malata, anche se il tecnico prova a vedere il bicchiere mezzo pieno tenendosi stretta la seconda rimonta consecutiva. Di certo perdere sarebbe stato un dramma, il pareggio consente almeno di avere appigli per andare avanti se si pensa anche che il Torino ha perso solo una partita nelle ultime otto. Ma ne ha vinte altrettante. Perchè manca qualità, e non da oggi, ma anche forza mentale. Che il Torino abbia giocato le tre partite di gennaio contro Spezia, Benevento e Fiorentina senza nemmeno un rinforzo è un vero peccato considerando il peso specifico di queste tre partite. Dal mercato serve un'iniezione di qualità, mentre a Nicola spetta trovare il modo di far ritrovare entusiasmo e fiducia: in pochi si rendono conto di quanto questo possa essere difficile.