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Peccati di gioventù

Peccati di gioventù - immagine 1
Nel finale pesano gli errori dei meno esperti, ma è un Toro che torna da San Siro con diversi spunti da cui ripartire

Alberto Giulini

Zima perde palla in uscita e riconsegna il possesso all'Inter, Ilkhan si lascia scappare Brozovic che da due passi insacca e regala tre punti all'Inter. Nella sconfitta del Toro a San Siro pesano gli errori di quelli che, all'89', erano i due giocatori più giovani in campo. Nel momento più delicato dell'incontro, quando i nerazzurri hanno provato ad alzare il ritmo dopo diversi salvataggi di Handanovic, la minor esperienza dei granata si è fatta sentire. Due peccati di gioventù hanno impedito al Toro di portare a casa almeno un punto che - per quanto visto in campo - probabilmente sarebbe stato pure stretto.

Del resto, quando si decide di puntare con decisione sui giovani da valorizzare, qualche incidente di percorso va messo in preventivo. La linea verde intrapresa dalla società è chiara ed è testimoniata sia dai numerosi investimenti su giocatori di prospettiva, sia dal fatto che i granata vantino la seconda rosa più giovane del campionato. E allora può capitare che giocando a San Siro, in un finale di gara tiratissimo, un ragazzo appena diciottenne perda una marcatura. Un errore che pesa, ma che può servire d'insegnamento e che contribuirà a riempire il bagaglio d'esperienza di un centrocampista che ha mostrato numeri interessanti.

Dopo il gol di Brozovic il dispiacere di Ilkhan era più che evidente. "Sono andato ad abbracciarlo e gli ho detto di stare tranquillo, anche gli altri ragazzi gli sono stati vicini" ha spiegato Paro in conferenza, sottolineando l'importanza di non soffermarsi troppo sull'errore: "Gli errori si commettono e li commettiamo tutti, ma bisogna andare avanti". Perché l'errore più grande, in questo momento, sarebbe bocciare un ragazzo di diciotto anni o pensare che la linea verde intrapresa dalla società sia sbagliata. Così come non vanno esaltati eccessivamente dopo una buona prestazione, allo stesso modo i giocatori più giovani non vanno nemmeno demoliti dopo le prime prestazioni negative. Equilibrio e pazienza devono essere le parole d'ordine, per evitare voli pindarici e non bruciare prospetti decisamente interessanti.

Anche perché, beffa finale a parte, i granata tornano a casa da San Siro con la consapevolezza che la prestazione non è affatto mancata. Anzi, il Toro visto ieri contro l'Inter è parso superiore a quello che nella scorsa stagione perdeva di misura contro tutte le grandi del campionato. Un anno fa i granata davano l'impressione di giocarsela alla pari fino alla trequarti, palesando quindi difficoltà nel trovare la giocata giusta negli ultimi venticinque metri. Sicuramente è mancato un po' di cinismo, ma quando il migliore in campo è il portiere avversario significa anche che le occasioni per fare male sono state create. E allora finisce che due peccati di gioventù si pagano a caro prezzo, ma gli spunti positivi da cui ripartire non mancano.

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