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L’orgoglio e il timore

Editoriale / Le sorti del Torino non dipendono solo dai suoi risultati: e 66 punti potrebbero non bastare

Gianluca Sartori

"Due sono i sentimenti che probabilmente albergano nei cuori degli sportivi granata il giorno dopo la vittoria del Torino contro il Sassuolo. Uno è l’orgoglio, come è giusto che sia. Che scaturisce da un campionato che Mazzarri non ha torto a definire straordinario. Elenchiamo in ordine sparso: la rimonta portata a termine quando tutto sembrava perso, la prodezza favolosa di Belotti, la garra di De Silvestri, il ritorno al gol di Zaza. Le sole sei - sei! - sconfitte su 36 partite, un girone di ritorno da 32 punti in 17 partite, la terza difesa del campionato, i 60 punti che sono un record per la società. È un elenco solo parziale di tutto ciò che di positivo c’è in questo Torino: bravi, bravi e ancora bravi a Mazzarri e ai suoi uomini.

http://www.toronews.net/toro/torino-sassuolo-3-2-mazzarri-anno-straorinario/

"L’altro sentimento, però, è il timore. Perché il Torino non è padrone del suo destino e ad oggi non basterebbe arrivare a 66 punti per essere sicuri di entrare in Europa League. Molto - se non tutto - dipende dalla finale di Coppa Italia di questo mercoledì. Se vincerà l’Atalanta, il settimo posto sarà qualificante e al Torino potrebbero bastare due punti nelle ultime due giornate per centrare l’obiettivo. Se invece sarà la Lazio a vincere, paradossalmente, nemmeno 66 punti basteranno. In Europa League andrebbero i biancocelesti a prescindere perfino da risultato dello scontro diretto dell’ultima giornata.

"L’ombra della beffa incredibile, insomma, sul Torino c’è. Quel che devono fare gli uomini di Mazzarri è non rovinare quanto di buono fatto fino ad oggi, lottando fino all’ultimo pallone per centrare i 66 punti. Il campionato andrà come andrà: in ogni caso già oggi ci sentiamo di dire con tranquillità che il Torino in questa stagione ha posto le basi per un futuro importante.

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