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La corsa che può salvare

MILAN, ITALY - JANUARY 09: Gleison Bremer of Torino F.C. jumps to control the ball during the Serie A match between AC Milan and Torino FC at Stadio Giuseppe Meazza on January 09, 2021 in Milan, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

PreparaToro / Quinto appuntamento con la rubrica del prof. Marcello Tirrito, che analizza le vicende del Torino con l’occhio del preparatore atletico

Marcello Tirrito

Toro News è lieto di presentare la rubrica del prof. Marcello Tirrito, stimato preparatore professionista che ha da poco terminato la sua esperienza lavorativa nel settore giovanile del Torino FC. Settimanalmente, Marcello analizzerà le vicende del Torino dal punto di vista della preparazione atletica e della tenuta fisica, offrendoci così un angolo visuale in più per interpretare la realtà.

Dopo 4 risultati utili consecutivi, ahimè, il Torino ha incassato una pesante sconfitta, seppur vada considerato che l’avversario era la prima in classifica. Il Milan, in emergenza, con 7 titolari assenti, ha creato più del Toro, ed ha meritato la vittoria. Il mio punto di vista sulla partita a livello di performance, è scevro da ogni pregiudizio personale: il Toro, non è stato il Toro che vogliamo vedere. Ci siamo sempre distinti dalle altre squadre per il carattere combattivo, la tradizione, la storia di questa società è legata al sacrificio, al duro lavoro che porta ai risultati. Bene, detto questo, a San Siro abbiamo visto un Toro a corto di “benzina”: nessuno, a parte il Gallo, che riconquistava le palle perse, ha mostrato il carattere Toro. E la squadra è rimasta sempre “schiacciata” nella nostra metà campo. Le ripartenze? Sempre effettuate con una marcia sbagliata. Ecco, da un punto di vista della scienza dell’allenamento posso descrivere e specificare diversi aspetti, in merito a quanto spiegato sopra.  Correre e resistere per 90 minuti dovrebbe essere la base di un atleta. La resistenza cardiovascolare nel calcio si fonda su basi solide ed inequivocabili. Probabilmente il tempo di allenamento settimanale è troppo poco; mi spiego meglio, le sedute di allenamento dovrebbero essere più lunghe; oppure se ne effettuano troppo poche.

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Il rapporto volume/intensità non viene considerato affatto. Come mai le altre squadre percorrono più km? Il nostro Toro anche sabato ha raccolto un totale di 103.481 km percorsi suddivisi così: 26.824 di corsa lenta; 67.803 di corsa più veloce e 9.574 di sprint (dati Lega Serie A). Ecco di questa suddivisione, il dato più rimarchevole è l’ultimo.

Prendiamo in considerazione il fatto che gli sprint effettuati in tempi alternati costituiscono un vantaggio se eseguiti con frequenza durante la gara; per avere questa caratteristica di resistenza, i giocatori devono sottoporsi a duri allenamenti anaerobici ad altissima intensità. In più c’è un concetto veramente importante: le accelerazioni. Ovvero la capacità di esprimere una variazione della velocità, sia in linea che con i cambi di direzione o di senso. Nel calcio sono importanti i primi 6-8 passi che rappresentano il 70% della buona riuscita di un’accelerazione, sia in profondità per attaccare la porta che per difende. Ma per effettuare delle buone accelerazioni al momento giusto è fondamentale avere forza nelle gambe, i muscoli diventano più forti ed imparano a lavorare insieme in determinati modi e tempi. Quindi sotto con gli allenamenti!

Preparatore atletico professionista torinese e allenatore di calcio con patentino Uefa B con un’esperienza ventennale da personal trainer, specializzato in riatletizzazione e allenamenti funzionali, ho lavorato fino al giugno 2020 nel settore giovanile del Torino FC.

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.