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SOTTO LA LENTE

Sotto la lente: Sassuolo-Torino

Sotto la lente: Sassuolo-Torino - immagine 1
I granata pagano errori individuali e poca concretezza nel pareggio a Reggio Emilia
Francesco Bonsi

Dopo il pareggio conquistato contro la Salernitana, l’ambiente granata si aspettava una reazione da parte della propria squadra, ma non è stato così. Nella 5° giornata del girone di ritorno, il Torino inciampa nuovamente in un pareggio, questa volta un 1-1 ottenuto contro il Sassuolo. I granata sono imbattuti nel 2024, ma hanno manifestato di nuovo dei problemi nel creare occasioni da gol, nonostante il Sassuolo sia un avversario diverso rispetto a Genoa e Salernitana.

Dionisi ha schierato il solito 4-3-3, ma ha dovuto fare i conti con assenze importanti come quelle di Boloca a centrocampo e Berardi in attacco. Juric ha cambiato tre interpreti rispetto alla scorsa gara: Linetty è stato sostituito da Djidji, con Tameze che è stato riportato a centrocampo, Ilic ha preso il posto di Ricci e Sazonov è stato rimpiazzato da Lovato. Nonostante l'infortunio subito nel match contro la Salernitana, Rodriguez è stato schierato lo stesso dal primo minuto, ma al 20’ è stato costretto comunque ad uscire dal campo, favorendo l'ingresso di Masina.

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Le idee in fase di possesso

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Rispetto alle ultime tre partite, dove il Toro ha affrontato squadre di matrice molto difensiva, Juric ha dovuto impostare un piano partita diverso. L'obiettivo è stato sempre quello di avere il controllo della gara, come dimostra la percentuale di possesso palla del 63% nel primo tempo, ma essendo il Sassuolo una squadra che apporta una pressione alta, i granata cercavano di attrarre il pressing e di attaccare lo spazio alle spalle della difesa.

In fase di impostazione, Lovato era solito alzarsi al fianco di Tameze, formando una costruzione 2+4, anche se con Milinkovic-Savic diventava di fatto un 3+4.

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Nella costruzione del gioco venivano coinvolti molti giocatori, tant'è che spesso indietreggiavano anche Vlasic e Sanabria nella trequarti difensiva.

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Con l'arretramento di questi due giocatori, c'era la possibilità di avere superiorità numerica a centrocampo e quindi di superare agevolmente la prima pressione avversaria. Ovviamente per far sì che questo avvenisse, c'era bisogno che i giocatori mantenessero un buon posizionamento per favorire combinazioni rapide, utilizzando anche il principio del terzo uomo.

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Come già accennato, il tentativo era quello di attirare il pressing avversario per liberare spazio nella trequarti avversaria, che poi poteva essere attaccato velocemente da Zapata o da altri giocatori rapidi.

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Dopo il gol subìto nei primi minuti di gioco, arriva la reazione immediata da parte dei granata. Il Sassuolo esce alto in pressione uomo contro uomo, mentre Sanabria si abbassa al fianco di Tameze creando superiorità numerica.

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Tameze riceve il pallone da Djidji, Sanabria viene seguito da Lipani, così si libera Vlasic: il croato viene servito con il principio del terzo uomo, ovvero passando per Sanabria che funge da collegamento.

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Vlasic è completamente libero, i difensori del Sassuolo decidono di scappare, nessuno rompe la linea per impedirgli la giocata. A questo punto il numero 16 si trova in una situazione di palla scoperta, ovvero senza nessuna ostruzione, e quindi può servire Bellanova in profondità.

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L'esterno granata, dopo essere arrivato sul fondo, mette un cross perfetto per Zapata, che sigla la sua settima rete stagionale. Bellanova, invece, ha messo a referto il suo quarto assist in stagione, ed è stato probabilmente il migliore in campo: a fare la differenza sono stati i suoi sprint, i suoi dribbling efficaci (con un completamento del 100% in questa partita), ma soprattutto il suo grande sacrificio.

Il Torino è riuscito a sviluppare alcune trame di gioco interessanti anche sul lato sinistro. Quando Masina prende palla, diversi giocatori si aprono a sinistra, costituendo una catena laterale e un esteso reticolo di passaggi. Nell'immagine seguente vediamo un'ottima sequenza di passaggi verticali, con Lazaro che si inserisce all'interno del campo e riceve l'ultimo passaggio da Zapata.

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In certi casi, il Toro ha provato a portare anche uno dei due braccetti in avanti, con degli inserimenti rapidi alle spalle della linea da parte di Djidji o di Masina. Questa soluzione poteva rivelarsi particolarmente efficiente, dato che i difensori non sarebbero stati seguiti dai propri marcatori così in profondità, ma è stata eseguita con troppa poca persistenza.

L'efficace fase di non possesso

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La prestazione della squadra in fase di non possesso è stata come al solito di buon livello, ma è stata rovinata da un blackout iniziale, che il Sassuolo ha sfruttato per portarsi in vantaggio. Lazaro si fa superare troppo facilmente da Pedersen, che serve poi Pinamonti con un cross in area di rigore: il centravanti italiano si trova privo di marcature, salta

indisturbato e insacca il pallone in rete, complice anche un intervento non perfetto di Milinkovic-Savic. L'errore più grande è quello di aver lasciato libero in area un giocatore della stazza di Pinamonti, che teoricamente doveva essere marcato da Lovato.

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L'avventura in granata del numero 6 non comincia nel migliore dei modi, ma nel corso della gara avrà modo di riprendersi.

In fase di prima pressione è stata applicata una pressione uomo su uomo a tutto campo: i tre attaccanti si spartivano i due centrali difensivi e il mediano avversario, Lazaro e Bellanova scalavano a turno per pressare il terzino lato palla, Tameze e Ilic seguivano le due mezzali, infine i tre centrali difensivi marcavano i tre attaccanti neroverdi.

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A causa di questa pressione scomoda, il Sassuolo è stato spesso costretto al rilancio lungo da parte del portiere Consigli.

In fase di transizione positiva, ovvero una volta recuperato il pallone, Vlasic effettuava uno smarcamento preventivo per ricevere sul corto, in modo tale da poter impostare un rapido attacco verticale. Anche questa però, è una situazione che si è presentata poche volte nell'arco del match.

Il calo nel secondo tempo

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Nella ripresa i ritmi sono calati da entrambe le parti, ma il Sassuolo è stato comunque capace di creare occasioni più insidiose.

Il Torino ha rallentato la circolazione del pallone e ha anche diminuito anche l'intensità della pressione. Di conseguenza ha dovuto abbassare il proprio baricentro, nel tentativo di rallentare il ritmo della gara.

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In questa immagine vediamo appunto come tutti i giocatori si posizionano sotto la linea della palla, schierandosi in una sorta di 3-1-4-2.

Perciò nel secondo tempo capiamo che il Toro non è riuscito a creare pericoli ai danni dei propri avversari, una situazione verificatasi spesso durante l'arco di questa stagione. La direzione intrapresa nel primo tempo sembrava buona, ma la partita è stata danneggiata da un grave errore individuale e da uno scarso ritmo nel secondo tempo. A Juric occorre trovare soluzioni anche sul piano della resistenza, altrimenti contro avversari più forti come Lazio e Roma, sarà difficile portare a casa prestazioni convincenti e risultati.

 

 

 

 

 

 

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