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SOTTO LA LENTE

Sotto la lente: Milan-Torino

Sotto la lente: Milan-Torino - immagine 1
Per i granata, oltre alla sterilità offensiva, si aggiungono problemi anche in fase difensiva: l'analisi tattica del match
Francesco Bonsi

Nel secondo appuntamento della stagione, il Toro cade a San Siro contro il Milan, venendo battuto per 4-1. Ma non è tanto la rotondità del risultato a lasciare a bocca aperta, quanto l'approccio che i giocatori hanno alla partita. È sembrato un Torino molto appannato e confuso quello sceso in campo sabato sera, a differenza dell'anno scorso, quando una fase difensiva di alto livello aveva permesso ai granata di vincere la partita d'andata contro i rossoneri.

Oltre all'improduttiva fase di possesso, in questa giornata, sembra esser venuta meno anche quella che era la principale garanzia della squadra, ovvero la fase di non possesso. Oggi ci occuperemo di analizzare i principali problemi che si sono presentati durante la partita.

Scendono in campo gli stessi 11 visti nella 1° giornata, eccetto Radonjic che prende il posto di Karamoh.

Il Milan si è invece schierato con un inedito 4-3-3, che ha già accompagnato i rossoneri nella vittoria contro il Bologna. Questo modulo subirà diverse mutazioni nell'arco della gara, soprattutto durante la fase di possesso.

 

PROBLEMI IN COSTRUZIONE

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In fase di costruzione, è stata riproposta la struttura che abbiamo già visto nella precedente puntata, dove Buongiorno si stacca dalla linea difensiva per andare a creare superiorità numerica a centrocampo.

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Il difensore non viene inizialmente seguito da Giroud, ma a creare ancora più spazio sono i movimenti in avanti dei centrocampisti granata, che vengono seguiti dalle mezzali rossonere.

Tuttavia non è stato così agevole costruire dal basso, a causa di un'occupazione degli spazi non ottimale. Nell'immagine successiva vediamo che Milinkovic-Savic non ha soluzioni, ed è costretto al solito lancio lungo. Se Ricci avesse occupato coi tempi giusti il mezzo spazio di destra, si sarebbe potuto sviluppare palla a terra.

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Nell'ultima immagine vediamo che Vlasic si sarebbe potuto muovere centralmente, dove, privo di marcature, si sarebbe potuto girare e servire uno dei due attaccanti in profondità.

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PROBLEMI IN ZONA DI RIFINITURA

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Anche le forti marcature a uomo del Milan non hanno aiutato lo sviluppo di un'azione pulita: i rossoneri hanno difeso con grande ordine, marcando a uomo ogni riferimento, anche nella propria metà campo, bloccando soprattutto lo sviluppo sulle catene laterali, arma principale dei granata.

Come già detto, la soluzione poteva essere lo scarico esterno, per tornare dentro al campo, guadagnando superiorità numerica con l'inserimento di Buongiorno.

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Ma i riferimenti offensivi erano sempre troppo statici, e non effettuavano i movimenti giusti per andare all'attacco della profondità. Nell'immagine sottostante vediamo che Buongiorno viene recuperato, perché Pellegri e Radonjic non occupano i giusti spazi: se la punta fosse venuta incontro, avrebbe liberato ancora più spazio per l'incursione del serbo, che avrebbe avuto un'ampia prateria per andare a calciare in porta.

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PRIMA PRESSIONE VALICATA

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In fase di non possesso, non abbiamo visto il solito Toro aggressivo e battagliero su ogni pallone, poiché la strategia difensiva prevedeva sì le marcature a uomo, ma con un un blocco medio-alto e un atteggiamento più cauto e passivo.

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Ma questa non si è rivelata una mossa efficace, ed ha presentato diverse problematiche. La prima è che Maignan era sempre privo di marcature, e di conseguenza libero di impostare l'azione a suo piacimento.

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Il secondo problema è stato il continuo movimento e le continue rotazioni dei giocatori rossoneri. Pioli è stato molto abile a spostare le pedine per liberare spazi, dato che ogni giocatore del Torino marcava il proprio riferimento a tutto campo.

Nel primo esempio vediamo che Theo Hernandez si muove centralmente, portandosi con sé Bellanova, e liberando spazio a sinistra per l'inserimento di Tomori.

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Successivamente vediamo uno scambio di posizione tra i due centrali, con Sanabria e Radonjic che non si invertono correttamente, e concedono spazio per l'avanzata di Thiaw.

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Calabria si inverte di posizione con Reijnders, nessuno tra Vojvoda e Ricci lo segue, concedendo molto spazio per condurre al terzino italiano.

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In questa situazione vediamo Theo Hernandez che si abbassa, tirando fuori Bellanova, e liberando molto spazio per ricevere a Leao, che può giocarsi l'1v1 contro Schuurs.

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Il movimento dentro al campo da parte dei terzini ha causato problemi anche nella metà campo granata. Come vediamo dall'immagine, Theo Hernandez riceve un passaggio nel mezzo spazio sinistro, e Bellanova ha due scelte: andarlo a marcare e lasciare Leao 1v1 contro Schuurs, oppure coprire la sua zona di competenza e lasciare libero il francese. Di conseguenza il Milan ha creato ottime occasioni con questi presupposti.

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Il dominio del Milan è il risultato di una fase di possesso molto più efficiente, e di un Torino che ha fatto fatica ad adattarsi alle continue rotazioni degli avversari. Errori individuali ed episodi arbitrali hanno poi indirizzato la partita verso i padroni di casa. Il Toro ha fatto molta fatica a controbattere, perché oltre ai soliti problemi di sterilità offensiva, si è aggiunto un Milan molto aggressivo e organizzato difensivamente, che sembra tutta un'altra squadra rispetto a quella incontrata a gennaio. Bisogna trovare nuove soluzioni per creare pericoli alle retroguardie avversarie, come sottolineato dal mister, ma bisogna trovare soluzioni anche contro squadre che possono compromettere il tuo sistema difensivo, che sembrava la certezza invalicabile, ma adesso non lo è più.

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