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Fontana (La Gazzetta dello Sport): “Non mi aspetto standing ovation per Juric”

Fontana (La Gazzetta dello Sport): “Non mi aspetto standing ovation per Juric” - immagine 1

In occasione della partita di sabato Hellas Verona-Torino, abbiamo fatto una chiacchierata con chi conosce molto bene l'ambiente gialloblù

Federico De Milano

In vista del match di sabato che il Torino disputerà in casa dell'Hellas Verona abbiamo fatto una chiacchierata con chi conosce molto bene la squadra gialloblù. Si tratta di Matteo Fontana de La Gazzetta dello Sport e del Corriere del Veneto che ha accetto di concedersi ai nostri microfoni e ha saputo fornirci diversi spunti interessanti riguardo questa partita.

Buongiorno Matteo, in che condizioni arriva il Verona a questa partita dopo gli ultimi impegni? Come sta la squadra?

"È un Verona che avrà la motivazione di battere il record di punti ottenuti in Serie A e quindi andare oltre i 54 fatti nel 2013/14. Si vorrà poi anche chiudere in maniera soddisfacente una stagione che è memorabile per ciò che ha fatto la squadra. Ci sarà poi anche l'incontro con Ivan Juric che ha costruito le fondamenta di questo gruppo, anche se poi tanto ha fatto anche Igor Tudor. Il Verona arriva mentalmente pronto a questa partita, l'obiettivo salvezza è già stato raggiunto e sarà per questo una gara da giocare con la mente sgombra".

Lo stadio e il pubblico saluteranno con piacere Juric? Che opinione c’è nell’ambiente veronese dopo che si sono lasciati la scorsa estate?

"Questo è da vedere. L'anno scorso se n'è andato lasciando amarezza nell'ambiente perché era molto legato a lui e aveva ancora un contratto a lungo termine, non credo che ci sarà una standing ovation. Il suo lavoro è comunque stato straordinario nei due anni in gialloblù. Però il tifoso vive di passione e si è sentito anche in parte tradito da Juric".

Fontana (La Gazzetta dello Sport): “Non mi aspetto standing ovation per Juric”- immagine 2

Tudor ha saputo dare una forza davvero notevole a questa squadra fin subito dal suo arrivo? Ricorda per certi versi il Verona di Juric?

"L'identità è simile, si tratta di un calcio fatto di grande tenacia, di conquista sulle seconde palle e di gioco uomo su uomo. Tudor ha ripreso anche il modulo di Juric dopo la parentesi Di Francesco ma sarebbe assolutamente pretestuoso dire che Tudor ha solo raccolto il lascito di Juric. Il rendimento offensivo è migliorato e il Verona ha concesso di più dietro, in questo c'è il lavoro di Tudor".

Con un mercato intelligente, Verona e Torino possono ambire ad un piazzamento in Europa la prossima stagione?

"Dipenderà molto dalle possibilità di investimento di cui disporranno le società. Dovrebbero esserci delle cessioni eccellenti come Barak nel Verona e Bremer nel Torino. Bisogna vedere se l'aspetto aziendale e quello sportivo di queste due squadre collimeranno. Sia Torino che Verona hanno le potenzialità per fare un salto in avanti, il quadro tecnico è favorevole ma ci sono sempre le esigenze di cassa di un'azienda. Sono sempre i presidenti a decidere in base alle possibilità che hanno".

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Chi sono i giocatori più in forma in questo momento nel Verona? Chi dovrebbe temere maggiormente un tifoso del Torino?

"Mancherà Faraoni per squalifica. Viene facile dire che il trio d'attacco è il più pericoloso. Barak, Caprari e Simeone sono sempre i giocatori che creano più pericoli. Se devo dire un nome in più indico Adrien Tameze che è un giocatore dalla presenza a tutto campo. Ha grande corsa ed intelligenza, è il vero motore di questo Verona".

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