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Patrizio Sala: “Al Torino forse serviva di più un Ranieri che un Giampaolo”

Esclusiva TN / Le parole del campione d'Italia 1975/1976 con la casacca granata sul momento del Torino in vista della sfida alla Sampdoria, altra sua ex squadra

Andrea Calderoni

“Spero di sbagliarmi, ma forse al Torino serviva di più un allenatore alla Ranieri piuttosto che alla Giampaolo”. Un grande ex granata come Patrizio Sala analizza così la scelta compiuta in estate dal Torino e lo fa alla vigilia di una sfida molto importante per Andrea Belotti e compagni. Domani alle 18.30, infatti, arriverà al “Grande Torino” la Sampdoria di quel Ranieri preso come riferimento dal campione d’Italia 1975/1976. Sala, tuttavia, nella sua ottima carriera ha indossato anche la casacca blucerchiata (stagione 1981/1982 dopo quattro annate consecutive sotto la Mole) e dunque nelle vesti di doppio ex è chiamato a presentare in esclusiva ai lettori di Toro News la gara tra Torino e Sampdoria.

Buongiorno Patrizio. Domani alle 18.30 cosa possiamo aspettarci tra granata e blucerchiati?

“La Sampdoria ha iniziato meglio la stagione rispetto al Torino, ma i granata sono cresciuti, almeno dal punto di vista delle prestazioni, nelle ultime partite. Il Torino ha attualmente una condizione di squadra migliore rispetto ai blucerchiati, sebbene in casa granata ci siano diversi problemi. Il primo dei guai è rappresentato dai risultati della squadra di Giampaolo, che non sono positivi e devono iniziare ad arrivare, perché la classifica è deficitaria. Mi auguro di tutto cuore che il match contro la Sampdoria possa rappresentare per il Toro una svolta e possa dare ulteriore tempo a Giampaolo, allenatore dall’idea di calcio completamente differente rispetto a quella del suo predecessore Mazzarri”.

Proprio per questo ritiene non condivisibile la scelta compiuta dal Torino in estate?

“Non solo per questo. Tutte le scelte vanno rispettate. Però, se si decide di puntare su un tecnico come Giampaolo, da sempre molto legato alle sue idee di gioco e ai suoi dettami tattici, bisogna dargli più tempo rispetto agli altri allenatori. Inoltre, bisogna mettergli a disposizione i giocatori necessari per farlo esprimere nel migliore dei modi”.

Ma regista e trequartista dal mercato non sono arrivati…

“Infatti, a mio modo di vedere a Giampaolo non è stata affidata una squadra completa. Trequartista e soprattutto regista metodista nel Torino 2020/2021 mancano. Sasa Lukic sta sopperendo alla mancanza dietro alle punte in maniera egregia, ma davanti alla difesa non c’è la pedina giusta. Giampaolo ha un limite, quello di non sapersi adattare bene al materiale umano che gli mettono a disposizione e in questo è molto diverso rispetto a Ranieri, suo avversario domani. Non ce l’ho, naturalmente, con Giampaolo, anzi credo che il problema non sia suo. La responsabilità è di chi prende le scelte e le scelte devono sempre essere prese in base alle risorse e all’obiettivo che ci si prefigge. L’obiettivo del Torino non deve mai essere superiore a quello che sono le reali potenzialità. Non bisogna azzardare di dare un’identità di gioco completamente differente ad una squadra costruita per un altro modo di fare calcio. Inoltre, vorrei aggiungere una cosa”.

Prego.

“Penso che sarebbe stato meglio puntare su un allenatore che sapeva adattarsi ai giocatori in rosa nel Torino anche in virtù del singolare periodo che stiamo vivendo. Si sapeva già a priori che non si potevano compiere spese folli in un clima di profonda crisi economica. Nella scelta dell’allenatore, dunque, avrei ragionato maggiormente in un’ottica di mercato. Spero di essere smentito, naturalmente, ma ritengo che probabilmente la scelta di Giampaolo non sia stata quella corretta. Aggiungo che se paradossalmente ci fosse stato a disposizione un Ranieri avrei optato per un tecnico come lui”.

Però, Giampaolo sta provando a rimescolare le carte in tavola ultimamente. Vedi il 3-5-2 di San Siro e di Coppa Italia.

“Quando vai a mettere le toppe, soprattutto perché incassi troppi gol, cerchi soluzioni alternative. È la classifica che ti porta a dei nuovi tentativi. Purtroppo, però, la classifica influisce anche sulla mente dei giocatori. Solo per un aspetto psicologico si possono, infatti, spiegare i 4 gol presi a San Siro. Il problema del Torino, dunque, è anche e soprattutto mentale e non soltanto connesso alla nuova identità che Giampaolo vuole importante nella squadra”.

Contro l’Entella sono stati lanciati titolari due ragazzi del settore giovanile come Jacopo Segre e Alessandro Buongiorno. Cosa rappresentano per il mondo granata?

“Segre e Buongiorno sono un messaggio positivo, ma i messaggi devono essere mandati con costanza, altrimenti finiscono presto nel dimenticatoio, perdendo tutta la loro valenza. Contano i punti e la classifica nel calcio. Questi due fattori determinano tutti gli altri. Ben vengano comunque giovani granata di prospettiva perché infondono coraggio a tutto il settore giovanile. Per farli veramente emergere, però, dovrebbero essere schierati con continuità. Al momento la situazione del Torino è complicata e non è facile affidarsi ai più giovani”.

Lo stesso vale per la sorpresa di inizio stagione Wilfried Singo?

“Anche per lui serve continuità. Sembra più pronto degli altri, si sta esprimendo ad un buon livello e anche se i tempi non sono propizi deve avere l’opportunità di esprimersi. Purtroppo, nella realtà del calcio italiano la continuità è un concetto difficile perché comandano i risultati e il tempo è sempre pochissimo”.

Un’ultima domanda secca. Quanto si gioca il Torino contro la Sampdoria?

“Sarà una gara delicata ed importante per il Torino, per Giampaolo e per tutta la realtà granata. Io non so cosa hanno in mente i responsabili di questa situazione complessa che si protrae da inizio campionato, quello che osservo è che si sta andando in una direzione non positiva. Spero ci possa essere la svolta”.  

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