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L’infermiere col camice di Moretti: “Col suo nome sulla schiena non temo il virus”

Le parole / Gian Paolo Richetto lavora ad Avigliana e si muove con il suo team per fare i tamponi ai potenziali pazienti Covid

Gianluca Sartori

"Ognuno ha il proprio modo di esorcizzare la paura. Un tifoso del Toro, ovviamente, trova motivazione ulteriore nell'immedesimarsi in uno dei suoi beniamini. Ecco perchè Gian Paolo Richetto, 56enne di Villardora, ha scritto nome e numero di Emiliano Moretti sul camice di protezione indossato durante il suo lavoro di infermiere in questa emergenza coronavirus. La sua foto è circolata qualche giorno fa sui social del Torino FC, facendo incetta di likes e commenti di elogio.

Gian Paolo, ci spiega brevemente di cosa si occupa?

"Normalmente mi occupo di cure domiciliari insieme al mio team. Siamo undici persone, tutte donne tranne me, coordinate da Leonora Lanzerotti. Da quando è iniziata l'emergenza ci occupiamo di fare i tamponi alle persone potenzialmente infette. Ci muoviamo su tutto il territorio della Asl To3. A seconda della gravità del quadro sintomatico, andiamo noi dai pazienti più gravi o i pazienti meno gravi vengono da noi, al polo sanitario di Avigliana". 

Come state vivendo queste settimane?

"Il lavoro è aumentato a dismisura ma non ci lamentiamo. Insieme alle mie colleghe lavoriamo duro per cercare di aiutare le persone a individuare l'infezione e sconfiggere questo virus. Certamente stiamo avendo difficoltà: i dispositivi di protezione sono mancati per parecchi giorni. Devo dire però che abbiamo ricevuto parecchi aiuti: dall'Asl di riferimento, dai sindacati, da donazioni di amici. Mi è spiaciuto non sentire supporto solo da parte dell'Ordine degli Infermieri. Ma comunque nel nostro gruppo di lavoro siamo un grande team e c'è grande coesione tra di noi, specie nei momenti più duri. E anche nella mia famiglia siamo in prima linea: sia mia moglie che uno dei miei due figli sono infermieri. Spesso è proprio nei momenti duri che esce fuori il meglio di noi". 

Perchè ha scritto il nome di Moretti sul camice?

"Come dicevo prima, noi abbiamo successo se lavoriamo di squadra. Quindi mi sono ispirato all'uomo-squadra per eccellenza del Torino degli ultimi anni, Emiliano Moretti. Un grande difensore, sia dentro che fuori dal campo. Mi accingevo ad eseguire un tampone, atto che ovviamente non è privo di pericoli per l'infermiere che fa il test, e allora mi è venuta questa idea. Immaginando di avere la maglia di Moretti è come se mi fossi sentito più protetto dal virus". 

Che dire, grazie Gian Paolo per tutto quello che fate. 

"Grazie a voi. E sempre Forza Toro".