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Berggreen, l’ultimo granata danese: “Warming ruba l’occhio. Ha doti interessanti”

Klaus Berggreen, Luigi Radice e Anton Polster in un immagine della stagione 1987/88

In un intervista al Corriere di Torino, Klaus Berggreen racconta Magnus Warming, l'ultimo acquisto della sessione estiva di calciomercato del Torino

Luca Bonello

Nell'edizione odierna del Corriere di Torino, spazio oggi ad un'intervista a Klaus Berggreen, l'ultimo danese ad aver vestito la maglia granata in partite ufficiali. Berggreen è arrivato al Toro nell'estate del 1987 e ci è rimasto per una sola stagione, collezionando comunque 36 presenze, realizzando 3 gol e contribuendo al raggiungimento del sesto posto in classifica della squadra allora allenata da Gigi Radice.

33 anni dopo la sua ultima apparizione però, un altro danese, proveniente dal Lyngby come lui, potrebbe scendere in campo con la maglia granata, si tratta di Magnus Warming, che Berggreen presenta così: "E' uno dei pochi calciatori che nell’ultima stagione rubava l’occhio. E' un attaccante esterno in grado di giocare anche al centro, molto veloce e bravo tecnicamente, con un fisico decisamente importante. Ha doti interessanti e sono curioso di vederlo all’opera. Juric potrebbe farlo crescere dal punto di vista tattico".

 Magnus Warming Torino pannello

La colonia di danesi in Serie A è sempre più importante e di questo il centrocampista ex Toro va fiero: "E' un piacere il fatto che aumenti la colonia dei nostri calciatori che saranno protagonisti nel campionato dei campioni d’Europa. Di recente sono stati tanti i casi di nostri giocatori che in Serie A sono emersi come giocatori importanti anche per la Nazionale, guardate Damsgaard o Maehle. Speriamo che Warming ricalchi le loro orme. Noi danesi abbiamo delle affinità con il calcio italiano, anzitutto dal punto di vista della mentalità".

Il legame con l'Italia è ancora forte per Berggreen, che non nasconde di aver tifato per gli Azzurri nell'ultimo europeo: "Traguardo meritato. Gli azzurri hanno espresso il miglior calcio lungo tutto l’arco del torneo. Sono contento per voi, ho giocato sei anni nel vostro paese, una volta eliminata la Danimarca – non senza recriminazioni – speravo che finisse così. In Italia ho lasciato tanti amici come Comi, Gritti e Zaninelli. Pochi giorni fa ero insieme agli ultimi due: abbiamo visto insieme Italia-Belgio sul Lago di Garda. Sono felice di aver portato fortuna".