Lazio e Juventus: due partite simili, due partite decisive nella storia della stagione granata. Tra domani e sabato il Torino dovrà capire di che pasta è fatto. Il primo ostacolo sarà una Lazio che non ha mai trovato realmente la continuità nel corso di questa stagione, ma è reduce da una vittoria fondamentale in chiave europea al “Franchi” di Firenze. I biancocelesti giocheranno contro il Toro la loro terza partita negli ultimi sette giorni. Sarà un fattore da non sottovalutare per la squadra di Simone Inzaghi, che ha sempre dimostrato di essere competitiva quando può schierare i titolari, molto meno quando deve attingere dalla panchina (le controprove sono arrivate in Europa League, sebbene a Glasgow con il Celtic la prestazione della Lazio sia stata di un certo spessore).
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Lazio-Torino: sul piano tattico può esserci terreno fertile per i granata
I temi tattici / I biancocelesti hanno tanta qualità offensiva, ma non sono imperforabili in difesa. Il Toro potrà tornare a fare il calcio che gli piace, quello di rimessa
TATTICA E MENTALITA’ - Il Toro con le “Grandi” della Serie A si trova meglio rispetto alle cosiddette “Piccole”. I numeri lo testimoniano e dietro ad essi ci sono importanti aspetti tattici e psicologici. In primo luogo, quando affronti squadre come Lazio o Juventus le partite si preparano da sole e quindi mentalmente i granata si fanno trovare pronti, a differenza di quanto avvenuto in questa stagione in trasferte tipo Parma e Udine. Anche tatticamente la formazione di Walter Mazzarri è avvantaggiata. Non ha, infatti , l’obbligo di dover condurre le danze e può giocare di rimessa. Come è stato ampiamente confermato nelle ultime uscite, i granata stanno vivendo una profonda crisi tecnico-tattica. Le idee latitano e di azioni fluide nella metà campo avversaria se ne vedono poche. È indubbio che la mente dei giocatori e di Mazzarri sia attualmente ingombrata da pesanti macigni che non aiutano ad esprimersi nel migliore dei modi. Proprio per questo Lazio e Juventus, paradossalmente, potranno essere due rivali migliori rispetto a tante altre in una fase così delicata e particolare dell’annata granata.
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FORMAZIONE INIZIALE - Fondamentale sarà non sbagliare l’undici iniziale per non dover correre ai ripari in corso d’opera. Mazzarri dovrebbe dunque dare spazio a chi sta attualmente meglio, soprattutto in alcune zone del campo (Djidji in panchina con Lyanco dal 1’, per intenderci). Il Torino dovrà essere solido a centrocampo, magari rispolverando Meité, che deve riscattare un avvio di stagione in salita. Il francese potrebbe giovare all’equilibrio granata, soprattutto se gli fosse data l’opportunità non soltanto di recuperare palloni ma anche di dare un valido supporto a chi gioca in attacco. A tal proposito la doppia punta è funzionata nella ripresa con il Cagliari. Belotti e Zaza titolari a Roma? Quesito difficile. Una certezza c’è, però. Se dovesse essere schierato soltanto Belotti, rischierebbe nuovamente di predicare nel deserto contro la difesa a tre di Inzaghi, che, comunque, si è dimostrata tutt’altro che imperforabile nelle prime 12 gare ufficiali della stagione (vedi, ad esempio, match con Bologna e Atalanta). I biancocelesti possono essere puniti, ma serviranno soluzioni, proposte e giocate collettive. Infine, il Toro a Roma sarà obbligato a riproporre un proprio marchio di fabbrica della scorsa primavera: la compattezza. Tantissima, infatti, la qualità offensiva della Lazio, squadra che ha il terzo miglior attacco del torneo (10 reti siglate dal solo Immobile, capocannoniere di Serie A) ed è dietro soltanto all’Atalanta per numero di tiri effettuati.
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