Il difensore granata ha parlato ai microfoni del quotidiano "La Repubblica"
A poche ore dal derby della Mole, il difensore e vice capitano del Torino Alessandro Buongiorno ha parlato ai microfoni del quotidiano "La Repubblica": "Da piccolo non immaginavo che avrei giocato il derby coi grandi, però lo sognavo. Mi piace la settimana prima della partita, è particolare, te la vivi al massimo e prendi le giuste accortezze: vai a dormire presto e non sgarri di un millimetro neanche a tavola. Ho sempre fatto così". Argomento caldo ovviamente il derby: "Noi cerchiamo di lavorare duro, di metterci massimo impegno. In quelli che ho toccato con mano non ce l’abbiamo fatta, un po’ per sfortuna e un po’ perché poi in campo ci sono i valori. Lo dico male: questa lunga attesa fa rosicare. Però provarci e riprovarci ancora è una cosa bella, è una cosa da Toro".
Sulla sua crescita poi Buongiorno ha detto: "Ci sono due salti di qualità, nella mia crescita: il primo è stato quando sono rientrato al Toro dal prestito al Trapani, l’allenatore era Giampaolo e mi teneva fuori, ero un esubero. Fin lì mi ero mosso in prima squadra con timidezza, non avevo tirato fuori la mia personalità, ma quell’estate mi dissi: giocatela, fai la cosa che ti piace e cerca di non avere rimorsi, cavolo. Se avessi parlato in campo, se mi fossi fatto notare, se avessi cercato la giocata più difficile, se avessi tenuto la mente libera ce l’avrei fatta. Il secondo scatto è stato l’anno scorso: anche grazie a Juric, è venuta fuori la mia attitudine a essere leader".