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Torino-Verona, Ljajic contro Cerci: “10” diversi su parabole opposte

Il duello / Il granata è in un momento di forma pazzesco, il gialloblù non riesce a fare la differenza

Nikhil Jha

"Era una scommessa, quella del Verona su Alessio Cerci, reduce da 3 annate disastrose all'Atletico Madrid - con una parentesi al Genoa. Fortuna e fisico non l'hanno aiutato, ma di fatto in Spagna l'ex di turno (QUI l'approfondimento) ha fallito una grande occasione, scegliendo poi l'Hellas come piazza giusta dove ripartire.

"Ebbene, questa scommessa non sta pagando dividendi: l'Hellas è impantanato nei bassifondi della classifica e, quel che è peggio, non sembra dare l'impressione di poter dar fastidio alle avversarie più forti. Cerci non sta aiutando il Verona, il Verona non sta aiutando Cerci, nonostante quella maglia numero 10 che dovrebbe caricarlo di quella responsabilità in più decisiva per trascinarsi la squadra sulle spalle.

"Dall'altra parte della barricata, invece, c'è un 10 al massimo della forma (derby a parte, dove comunque è stato tra i meno peggio), che sembra aver acquisito quella continuità che gli è sempre mancata in carriera. Adem Ljajic sta sinora trascinando il Torino, non soltanto in termini di gol (sono 3 in 6 partite), ma soprattutto in termini di leadership e palloni giocati, facendosi trovare sempre pronto a ricevere il pallone e riscoprendosi tenace anche in fase difensiva, rincorrendo l'avversario fino alla propria metà campo. Il serbo così non lo si era mai visto, e i granata non potevano sperare di meglio nella stagione che deve lanciare il Toro verso l'Europa.

"Obiettivi, parabole, posizioni differenti: non c'è niente che in questo momento accomuni Ljajic e Cerci, se non quel numero carico di significato che portano sulle spalle. Al Grande Torino, da una parte e dall'altra, i due dovranno saper fare la differenza.