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Gravina (pres. Figc): “Non voglio essere il becchino del calcio italiano”

Redazione Toro News

E se il governo non desse il via libera? “Accetterei la scelta del governo che se ne assumerebbe la responsabilità. Io sto vivendo un dramma nelle ultime settimane, quello di dover reggere in maniera isolata o quasi questa battaglia. Sottolineo che il calcio italiano non vive in maniera separata rispetto alle altre categorie lavorative né rispetto alle federazioni internazionali. Ricordo che noi facciamo parte della Fifa e della Uefa (che hanno dato indicazione di completare i campionati, ndr)”. Il virologo Roberto Burioni, ospite in studio, fa notare: “Dal punto di vista scientifico ovviamente i calciatori di Serie A hanno la stessa possibilità di contagio di quelli di B o C. Ed è chiaro che il calcio è uno sport di contatto che implica possibilità di contagio”. Gravina risponde così: “Io chiedo che il calcio sia considerato, come impatto socio-economico, alla stregua di ogni altro settore. La nostra commissione medico-scientifica ha stabilito un protocollo che garantisce la negatività di un gruppo-squadra chiuso. E’ chiaro che poi è molto difficile governare il mondo amatoriale ma su questo stiamo aprendo un tavolo di confronto importante”.

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