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EDITORIALE

Cosa ricorderemo dell’era Juric

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Il sonoro flop contro i ciociari inevitabilmente presta il fianco a considerazioni di carattere più generale
Gianluca Sartori Direttore 

Il Torino di Juric si è sciolto come neve al sole quando più contava. Partita regalata a Empoli, uno 0-0 con prestazione accettabile a metà nel derby contro la Juventus, poi l’ennesimo 0-0 col Frosinone, al termine di un match mal giocato sotto tutti i punti di vista. Dalla vittoria di Lecce di fine ottobre sembrava essere cominciato un buon percorso, poi i granata hanno gettato tutto a mare nel momento clou. La distanza dall’ottavo posto si è accorciata, da quattro a tre punti, e in teoria Juric sarebbe ancora in corsa, ma nella pratica diventa difficile parlare credibilmente di Europa visto il calendario e considerata la scialba prestazione fornita contro il Frosinone.

Il sonoro flop contro i ciociari inevitabilmente presta il fianco a considerazioni di carattere più generale circa l’ultimo triennio del Toro, considerata anche l’imminente scadenza contrattuale del tecnico. Ivan, con l’onestà intellettuale che lo contraddistingue, ha sempre collegato la possibilità di continuare al Torino con i risultati sul campo di questa stagione. Vista la piega che recentemente hanno preso le cose, diventa sempre più forte la sensazione che ci si avvii alla fine del ciclo dello stratega di Spalato.

Sì, a questo punto sarebbe una sorpresa se la presidenza decidesse il contrario, tenendo presente il (sempre più probabile) mancato raggiungimento degli obiettivi. La parte sinistra della classifica poteva bastare il primo anno, arrivando da un biennio terribile fatto di salvezze risicate, forse anche il secondo, non più il terzo. Fatta eccezione per l’ultimo mercato di gennaio, che ha sicuramente lasciato a desiderare, la proprietà ha appoggiato questo progetto tecnico come probabilmente non aveva mai fatto in precedenza (e i rossi di bilancio sono lì a dimostrarlo). Vero che tanti giocatori importanti sono stati persi cammin facendo, ma è vero anche che l’area tecnica (ed è giusto chiamare in causa non solo Juric, ma anche il dt Vagnati) ha puntato molte fiches in modo errato, investendo tantissime risorse su giocatori che poi non hanno reso abbastanza come Vlasic, Ilic, Lazaro, Pellegri, Seck.

Se di fine ciclo si tratterà effettivamente, ricorderemo l’era Juric come il periodo delle occasioni mancate, quello di un buon lavoro a cui è mancata la giusta conclusione. In due campionati su tre bastava l’ottavo posto per entrare in Europa e – salvo miracoli – non è arrivato; in Coppa Italia è stata sciupata una chance enorme per arrivare in finale nel 2022/2023; nei derby sono arrivati due pareggi e quattro sconfitte contro alcune delle versioni peggiori di sempre della Juventus. Non sarebbe giusto dire che è tutto da buttare, ma occorre fare grande attenzione alle mosse future; il Torino si è consolidato a metà classifica, da qui si può salire, ma pure scendere.

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