"Si può dire - ed è molto probabilmente vero - che Marco Giampaolo non sia stato messo nelle condizioni migliori per praticare il suo credo calcistico, ma difficilmente si può sostenere che sia stato sbagliato esonerarlo stando così le cose. Un girone di campionato senza vittorie in casa è abbastanza e un ruolino di marcia da 13 punti in 18 partite è da retrocessione. Giampaolo ha avuto tempo (forse anche troppo) per trovare soluzioni ma purtroppo non ci è riuscito; nel momento in cui ci doveva essere la svolta la squadra è precipitata. Insomma, non si poteva attendere oltre per un cambio.
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Bene ma non basta
Editoriale / Il cambio di guida tecnica non può far pensare che in casa Toro tutti i problemi siano stati risolti
"Assolutamente sensata pare poi la scelta di puntare su Davide Nicola: conosce l’ambiente, è sanguigno ed empatico, ha dimostrato di saper ottenere salvezze partendo da situazioni difficili. Serviva proprio un guerriero abituato alle imprese per rianimare il Torino, squadra psicologicamente rassegnata alla retrocessione. Nicola dovrà ora dimostrare di saper imprimere subito una scossa alla squadra come ha fatto Ballardini al Genoa: parte subito con due scontri diretti. Fare punti darebbe una scarica di adrenalina, non farne significherebbe un colpo di grazia difficile da assorbire.
"Sarebbe tuttavia sbagliato ritenere di aver risolto tutti i problemi esonerando Giampaolo. Serve una ventata di aria fresca anche nel parco giocatori. Forse questo Torino potrebbe salvarsi anche così come è, se solo trovasse compattezza e un minimo di solidità difensiva. Ma non ci si può permettere di rischiare nulla anche perché le concorrenti si sono quasi tutte rafforzate. Servono probabilmente tre innesti (due a centrocampo dopo la cessione di Meitè e uno in attacco) per mettere Nicola fin da subito nelle condizioni migliori. Non si può scherzare: in ballo c’è la permanenza in Serie A e la società è chiamata anche a dare un segnale alla piazza.
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