Ci sono sconfitte e sconfitte; questa del Torino lascia l’amaro in bocca a tutto l’ambiente perché l’occasione di togliersi una grande soddisfazione era ghiotta e probabilmente non è stato fatto tutto ciò che si poteva per coglierla.
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EDITORIALE
Il Toro e quei flop sul più bello
La Fiorentina ha senza dubbio più qualità tecnica e più ricambi del Torino, ma, dieci giorni fa, il Torino l’aveva battuta sullo stesso campo e, in campionato, il Torino le è davanti. Significa che la partita era “giocabile” e, infatti, senza giocare la sua miglior partita la squadra granata ha segnato un gol e fabbricato altre tre-quattro occasioni limpide per farne un altro.
Tuttavia, nel secondo tempo la squadra è calata vistosamente sul piano psicofisico. La Fiorentina ha giocato una ripresa migliore e ha meritato di vincere, perché ha più qualità del Torino. Però, dieci giorni prima i vari Gonzalez, Barak, Terzic e Jovic c’erano, entrati a inizio secondo tempo. Lukic non c’era, infortunato, eppure i granata hanno retto in quell’occasione, sapendo soffrire. Stavolta si sono disuniti troppo presto e svegliati troppo tardi.
Certo le assenze di Lazaro, Djidji, Zima e Pellegri non sono trascurabili; ed era eccessivo pensare che i tre nuovi arrivati potessero subito impattare efficacemente. La squadra, così, si è riscoperta ancora povera di alternative e anche per questo ha retto poco sul piano fisico. Le circostanze hanno giocato contro, ma mentalmente in quel secondo tempo non si è visto un Toro sul pezzo e combattivo come altre volte. La mancanza di continuità e la tendenza a sbagliare gli appuntamenti importanti sono un preoccupante marchio di fabbrica del Toro di Juric e ci sarà consentito di dire che la mentalità ad una squadra la deve imprimere sì la società, ma anche e soprattutto l’allenatore. Ora però c’è la possibilità di riscattarsi, nella gara contro l’Udinese che vale il settimo posto.
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