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Ludergnani a 360°: “Dal Robaldo alla Primavera, la vedo così”

Roberto Ugliono Caporedattore settore giovanile 

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Che metodo di lavoro ha con gli allenatori delle giovanili? Capitolo scuola calcio, Silvano Benedetti lascerà. È stato individuato il suo sostituto?

"Per quanto riguarda la prima domanda. Uno dei compiti più difficile è individuare gli allenatori migliori che si sposino con la tua idea di calcio, di comunicare e di condividere il progetto. Noi non dobbiamo avere una visione del giocatore più ampia. È complicato trovare un allenatore che si possa sposare con tutto questo. Senza centro sportivo è difficile poter essere sempre presente e questo mi limita. Sto cercando come aumentare la mia vicinanza agli allenatori. In questo momento ci sono già delle persone che lo fanno, cercando di essere ovunque in settimana e durante il weekend. Sulla seconda domanda si è detto tanto. Io quando sono arrivato al Torino ho trovato una persona che è sempre stata leale con me e non mi ha mai caricato di pressione ed è Silvano Benedetti. Silvano quando a novembre e dicembre ci siamo messi a parlare e lui in modo sincera mi ha detto che è stanco e ha bisogno di prendere tempo per lui. Sua moglie lo chiede a casa. Ho provato in tutti i modi di fargli cambiare idea, anche il presidente ci ha provato offrendogli un ruolo meno pressante. Lo capisco perché il suo è un lavoro che ti prende sette giorni su sette, 24 ore al giorno. Questa scelta dev'essere rispettata. Dal mio punto di vista è un grandissimo dispiacere. Mai nessuno dal suo arrivo si è comportato in modo così leale come lui. Abbiamo già pensato al futuro e lo stiamo sviluppando. Ci sono tempi tecnici. La persona che verrà dopo Silvano avrà una grande responsabilità, perché dal punto di vista umano è una bellissima persona. Alla persona che arriverà gliel'ho detto che non lo invidio. Nella vita come nello sport si deve guardare avanti. Silvano sta già aiutando la persona che arriverà dopo di lui".

Qual è il tuo bilancio di questi due anni? Lecce e Torino sono due squadre composte da stranieri, cosa hanno di meglio rispetto agli italiani?

"Sulla prima domanda. Sono stati due anni passati in maniera molto veloce. Sono stati due anni molto intensi, soprattutto il primo anno. Il bilancio è positivo. Se io penso a dove siamo partiti e dove siamo adesso, dico che sono molto contento. In due anni abbiamo fatto tante cose. Poi non sono contento di dove siamo perché il Torino deve fare molto di più. Possiamo fare un passo in avanti definitivo. Il mio contratto comunque scade nel 2024 e non ci sto neanche pensando. C'è tanto tempo davanti. Non vorrei che il secondo posto della Primavera faccia pensare che sia tutto a posto, perché c'è ancora tanto da fare. Sul discorso stranieri e italiani...È vero che abbiamo tanti stranieri. Se vogliamo raggiungere competitività nel minor tempo possibile, i costi sono alti se vuoi acquistare in Italia e chi ce li ha forti se li tiene. Se vuoi alzare la competitività devi andare fuori dall'Italia e non devi cercare di esagerare. Come avete visto ci saranno delle modifiche per la prossima stagione e quindi su questo ne abbiamo già parlato con la società. Dobbiamo porre più attenzione gli investimenti sugli italiani. A gennaio già l'abbiamo fatto su un 2006 (Gabellini ndr) che gioca in pianta stabile in Under 18, soprattutto le regole delle prossime stagioni sono molto chiare".

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